Inspirare

scritto da sanfedista il 1 luglio 2013,16:58

Devo assolutamente centellinare l’ispirazione. Sono manchevole sotto molti punti di vista in questo periodo. Devo scrivere per il giornale un articolo su Truman Capote a Ischia. Sto prendendo la rincorsa da un po’ di tempo. Ma rimane ancorato come un’isola in una baia. Il pezzo non esce. Il clima è delizioso qui a Napoli. Sabato sera sono stato a Palazzo Marigliano. Al centro storico. Un posto particolare come molti in questa città. Entri in un grande portone in un vicolo, c’è un cortile interno. Sali due rampe di scale e ti trovi al cospetto di un tempio greco (l’edificio è un falso settecentesco di stile pompeiano) immerso in un giardino. Con un fontanile come sfondo. Serata bella. Si esibiva un trombettista jazz di Chicago. Ubriaco alla seconda nota. Ma i jazzisti sono così. Immersi nel giardino con un folto gruppo di socialisti contemplanti opulenze settecentesche e il trombettista, mi sono chiesto quanti votassero Berlusconi. Una mia arguta amica mi ha risposto “almeno la metà”. Ho sorriso. Va bene così. Come si fa a scrivere di T.Capote quando c’è un sole così. Quando c’è un sole così T.Capote non andrebbe nemmeno letto. E se usassi questa frase per cominciare? Intendo l’articolo? D’altronde sto ascoltando Justin Timberlake, e ve lo sto confessando; è quindi davvero questo il momento di scrivere schietto e infastidito un articolo e di gestire in maniera meno manchevole le cose che mi appartengono. 

 

 

periodo ipocondriaco

scritto da sanfedista il 13 maggio 2013,16:28

Dove sono stato? Ultimamente me lo sono chiesto pure io. Diciamo che non sono stato tanto bene. Diciamo che ho avuto piccoli problemi di testa. Nulla di irreparabile non sono arrivato al filo di bava, nè al coniglio sulla testa tipo cuffia da aviatore. Però un coniglio c’entra. Mi sono sempre chiesto il perchè i conigli di notte quando, attraversando una strada di campagna, vedono due fari sopraggiungere si immobilizzino decretando contestualmente la loro morte, perchè non scappano. Beh ho scoperto che c’è una sorta di ipnotismo derivante dalle cose immediate e insolite. Rimani fermo e non sei in grado tanto di muoverti. Io ho avuto negli scorsi giorni, gravi attacchi di ipocondria. Soffro di ipocondria da sempre. Penso da sempre che una qualche malattia mortale di qui a poco si abbatterà su di me. Di solito la controllo, ultimamente no.

Ultimamente ho avuto una sorta di crollo che mi ha cagionato un periodo abbastanza nero. Mi sono fatto ecografie e fatto visitare da 3 medici. Nulla di preoccupante, solo un paio di ghiandole gonfie derivanti da qualche tonsillite e che ci metteranno mesi per sgonfiarsi. Ma io ero certo, stavolta lo ero per davvero, di morire. Questo ovviamente non ha aiutato il mio stato mentale. Mi sono chiuso in una tristezza nera e cupa che per qualche istante ha rasentato la depressione, o, come si diceva un tempo, l’esaurimento nervoso. Adesso tutto è sotto discreto controllo. Certo ogni tanto ritorna ma piano piano mi sto abituando. Sapete come sto?
Sto come quando uno ogni sera, a letto, sente il vicino del piano di sopra lascia cadere le sue scarpe sul pavimento facendo rumore. Quando sente cadere la prima scarpa sa che di li a poco arriverà la seconda. Ora io ho sentito cadere la prima, sono in attesa della seconda per dirmi totalmente rigenerato. 

 

 

 

 

 

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Abitudini e vizi

scritto da sanfedista il 29 aprile 2013,23:26

Il limite tra abitudini e vizi è lo stesso tra il vogliamo e il ne abbiamo bisogno. Non c’entra la morale. Nel primo caso ci guardiamo allo specchio vestiti nel secondo ci guardiamo nudi e non ci piaciamo, ma comunque non smettiamo di guardarci concentrandoci in un particolare del nostro corpo che amiamo. L’inganno è esso stesso un vizio e lo specchio è sincero finchè lo si guarda di sfuggita, appena cominciamo a soffermarci allo specchio addolciamo l’immagine che ne deriva e il riflesso s’infrange nell’ennesimo trucco. La pena in orgoglio. La compassione in giustificazione. L’oggi in un domani a cui abbiamo consegnato la nostra cartolina, che per chissà quale motivo, riletta il giorno dopo dovrebbe essere migliore, meno aspra, più misericordiosa con la realtà dello ieri. I giudizi sono sempre immediati, trascorso il tempo sono bilanci e nei bilanci possiamo nascondere sempre la verità.

“Erano tempi diversi, e voi che avreste fatto al posto mio? Non dico che fosse la strada giusta, ma a me sembrava, in quel momento, quella più percorribile”. Un brivido lungo la schiena, le endorfine circolano e noi ci tuteliamo dalla realtà. Che evidentemente, alla fine, non esiste mai.

un tuffo al mare

scritto da sanfedista il 15 aprile 2013,18:51

Qua a Napoli è esplosa la primavera. Quando arriva la primavera tutti si è abbastanza indifferenti. Quasi infastiditi. La attendiamo sempre un po’ prima. A Napoli anche se la primavera arrivasse a dicembre diremmo “l’anno scorso è arrivata a novembre” oppure “dopo tutta questa pioggia ci mancava pure che non arrivasse”. Oggi giravo per il lungomare e c’erano alcuni ragazzi sugli scogli, uno si è spogliato e si è tuffato. Così naturalmente che per qualche secondo ho pensato di farlo anche io. Però poi mi sono guardato intorno e mi sono accorto che non c’erano compagne di classe da sedurre con un gesto guascone e quindi ho desistito. Io sono un tipo autunnale, la primavera mi turba anche perchè le cose più stupide della mia vita le ho sempre fatte in primavera. L’autunno è meglio perché te lo godi dato che poi arriva l’inverno. La primavera invece è una forma blanda dell’estate. Forse è una stagione che piace fino ai 20 anni. Si la primavera, secondo me, piace fino a quando hai 20 anni o stai all’università, poi diventa lo sfogo di una rabbia e la accogli con sufficienza. Però il castel S.Elmo come era bello stamattina, visto da via Cesario Console. Tutto definito contro il cielo, sorridente come può essere un castello.

 

 

 

Il nuovo pontefice

scritto da sanfedista il 13 marzo 2013,13:18

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Noi italiani siamo fatti così. Durante i mondiali di calcio siamo tutti CT della nazionale. Durante le olimpiadi siamo tutti esperti di tiro con l’arco, durante i terremoti tutti geologi e quando ci sono le manovre finanziarie siamo tutti economisti, nei delitti tutti criminologi. Ovviamente durante i conclavi siamo tutti vaticanisti esperti. Io dico la mia. In realtà è un auspicio più che una predizione; per me figlio ormai tiepidissimo di Santa Romana Chiesa, l’uomo giusto è O’Malley. Vedremo.

 

 

 

 

 

fine w/e

scritto da sanfedista il 10 febbraio 2013,19:45

Uscire dal w/e, è sempre come risvegliarsi in un posto diverso da quello in cui ti eri addormentato.

Riflettevo poi stamattina di quanto parliamo con noi stessi. Cioè io continuo a parlare con me. Un dialogo con me infinito. Mi pongo delle domande e il mio cervello risponde. E’ strano come procedimento perchè le risposte dovrebbero essere già contenute nel cervello. Quindi non dovremmo porci le domande perchè le stesse domande sono solo un artificio per dare modo al cervello di comunicarci quello che già pensa, e che quindi già pensiamo noi. no? Cioè lo stesso cervello che fa le domande è quello che poi ci risponde. Mentre noi ci rivolgiamo a lui come se fosse un’ente differente, quasi ci rechiamo in maniera immaginaria da lui. Ci vediamo magari che apriamo una porta e lo consultiamo.
Non so perchè al posto di farci domande e darci risposte non ci diamo direttamente le risposte. Deve essere una sorta di difetto dell’essere umano. 
Un problema a cui forse l’evoluzione ovvierà in qualche modo.
Magari tra mille anni ci risponderemo e basta senza bisogno di farci in testa le domande per agevolare la risposta. Anzi reagiremo agli impulsi esterni direttamente con una risposta, senza chiedercelo, senza porre in atto questa clamorosa farsa. Il cervello valuterà autonomamente le opportunità e ci suggerirà quella più vantaggiosa. Senza tutto il procedimento, la pagliacciata.
 
Gli schizofrenici a questo punto credo siano quelli che sono davvero convinti che il cervello sia “altro” e non parte di noi. Quelli che portano ad estrema conseguenza questo procedimento. Forse sono più puri di noi. Forse solo un passo evolutivo dietro di noi. E noi saremo gli schizofrenici del domani.
 
 
 
 

 

c’era una volta

scritto da sanfedista il 6 febbraio 2013,22:56

ed il fumo che sale da chissà quale

sigaretta,

un camposanto di mozziconi tra i denti schiacciati

100 becchi gialli riposano in groviglio

e se non scorgo quello che ancora si consuma

per me ardon tutti in unico giaciglio

e ci impazzisco, vi assicuro,

vorrei riveder per un istante sotto la bragia

il diamante che brilla,

il carbone rossastro,

la scintilla

di quell’ultimo tiro

che tanto m’appartiene da non sopirsi mai

che va’avanti a strinare distante dalle mie labbra,

come un urlo che caldo di fiato

non si raffredda in lontanaza

ma continua a vibrare

 

 

 

 

 

 

un buco nella tenda

scritto da sanfedista il 10 gennaio 2013,13:27

Un buco nella tenda è come tutti gli altri buchi. Ovvero ci concentriamo su di esso. Pare che l’uomo non riesca a stare lontano dall’osservare nei fori. Una salsiccia rossa sotto il muso di un cane. Il mondo visto da un buco è più grande. Più piccolo è il buco più grande poi è quello che pensiamo di poterci vedere attraverso. Con tutte le cose complesse che ci sono ne cerchiamo sempre altre, più siamo incasinati più preferiamo i buchi ai panorami. Noi abbiamo il dovere di riflettere sui nostri atteggiamenti abbiamo il dovere di chiederci il perchè. Fino a farci sanguinare il cervello. Io devo sapere perchè non riesco a staccare gli occhi da un buco in una tenda. Perchè ci fumo su due sigarette, perchè mi gratto la testa guardandolo. Perchè sposto la sedia. Perchè penso alla luce che ci passa attraverso che mi sembra la punta di un coltello che mi indica. Perchè sento l’esigenza di scriverne qui ritrovando me stesso rapito dal tutto che mi circonda eppure chiuso anche io in un buco in una tenda. M’immetto in quello che non dovrebbe destare interesse. Sarò forse il custode delle considerazioni inutili, dei pensieri persi e secondari. Una sentinella necessaria, assegnata ad una parte dello scibile inutile che deve essere comunque ragionato da qualcuno per mantenere l’equilibrio del tutto. Se non ci fossero persone come me a ragionare su questi accadimenti, magari gli stessi sarebbero ragionati da menti ben più eccelse che si perderebbero lo scoprimento di una grande molecola. La mia funzione è quindi primaria per la vita e l’evoluzione dell’intera specie.

 

 

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“tous le bateaux vont à l’hazard pour rien”.

scritto da sanfedista il 7 gennaio 2013,18:58

Parlavo mio nipote di 4 anni, gli facevo notare che giocare in quel modo non aveva senso. Mi ha guardato e mi ha chiesto serissimo “cosa ha senso?”. Ho sorriso e gli ho risposto “tutte le prime volte e tutte le ultime nei ricordi”. Ho risposto a me in realtà.

 

 

 

 

 

 

 

 

Merry Christmas Mr.Lawrence

scritto da sanfedista il 24 dicembre 2012,16:03

Ci siamo, a Napoli l’atmosfera è ovattata e stranamente pacata. Ultimi regali e via verso la notte di Natale o del Sol Invictus o di Mitra. Insomma una notte comunque speciale. Auguri a tutti. Il titolo è quello del film must della notte di Natale. Da vedere assolutamente da soli…mentre tutto il resto è rumore.