Tabu, paura del buio

scritto da sanfedista il 14 dicembre 2011,23:58

Io ho paura del buio. Ho trent’anni ed ho paura del buio. Tanto amo la notte quanto temo il buio. Mi turba. Non che mi immobilizzi. Ma il corridoio buio lo affronto sempre come una prova suprema. Ho così paura del buio che ho paura ad accendere la luce. Quando sono solo dormo male. Per questo non potrei vivere che al centro di una città. La campagna è semplicemente un’ipotesi non considerabile perchè è immersa nel buio ed è silenziosa. Altra cosa il silenzio. Io odio il silenzio, lo odio nella misura stessa e opposta in cui lo amo. Il silenzio come il buio amplifica e distorce la normalità, mistificandola, nel senso di “renderla mistica”. Stanotte sono solo. Non sono un bambino, non vivo con i miei. Sono grande e grosso, circa 188 cm. Stanotte però mi sento in balia del buio. Scrivo e fumo e tra un po’mi addormento. Così poi è giorno. Perchè tabu? 
Perchè questo è un mio tabù, non ne parlo mai e non lo sa nessuno. Per alcuni il sesso è tabù. Per altri solo alcune pratiche ad esso legate. Alcuni hanno il tabù del cibo o della morte. Argomenti che esistono, sono immensi, ma semplicemente non si affrontano, come se fossero particelle di scarsa rilevanza nel bilancio di un’esistenza. Invece sono fondamentali ma noi li copriamo. Bene io ho rotto un mio tabù. Intanto la casa tira fuori i suoi rumori delle grandi occasioni…scricchiolii, passi e molto altro…tutti quei suoni che esistono sempre ogni notte, ma che il buio e il silenzio amplificano…come tabù…

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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consiglio del giorno.

scritto da Sanfedista il 26 luglio 2008,00:03

…non fatevi mai mettere la matita da una donna, potreste rendervi conto che si eccita di più, facendo l’amore con voi, quando siete truccati…e scoprirete quanto fa male lo struccante.

notte.

quando sei martello batti quando sei incudine statti.

scritto da Sanfedista il 5 luglio 2008,19:08

Lei mi sta baciando, lo fa dolcemente… poi perde un po’ il freno e mi stringe sempre di più…si toglie il reggiseno e -lei è a cavalcioni su di me- squilla il suo cellulare:

"Amore sto andando a dormire, si anche io, ci sentiamo domani".

Un tempo magari sono stato quello dall’altro lato del telefono, ma sapere che lui potevo essere io ha fatto si che quella serata è finita in qualcosa di rabbioso, castigante, dove solo io dovevo prendere ciò che volevo.

Da questo il nome del titolo.

Quando si era tennager…

scritto da Sanfedista il 2 maggio 2008,16:34

Perchè risentire "la canzone che scrivo per te" dei Marlene Kuntz, figlia di papà napster, mi dice che avrei scritto un post in versi oggi, se avessi avuto dai 16 ai 18anni. Fumavo meno e forse scopavo anche meno…

Diciamolo:

1) In tre sul motorino, e non eravamo scippatori…

2) No, il preservativo al contrario.

3) "…quindi ci hai fatto l’amore?"

4) Stasera festone.

5) [il giorno dopo] "No, compleanno della nonna, vi prego il brindisi no, ho ancora la sangria sullo stomaco"

6) "Porto io una cassetta, ci vediamo i mondiali e poi indianata"

7) "Forte sta canna" (ndr era dado knorr sbriciolato)

8) "Sto troppo male per lei, perchè si è messa con quello"

9) Il primo mese: "Stasera che fai?" "Nulla festeggio il mesiversario"

10) "Pazzesco, ieri sono tornato alle 5, ho beccato una cazziata dai miei"

11) "Mi presti il motorino?"

12) "Ma perchè quelle della nostra età non ci cagano?"

13) "Domani compito, stasera stiamo a casa"

14) Ultimo giorno di scuola, che fai quest’estate? Io forse villaggio coi miei…Divertiti ci vediamo a settembre (i cellulari erano ancora le camionette della polizia e messenger, mess…cosa?)

15) "Quest’estate ho beccato una tipa, mi ha fatto mettere le mani sotto la maglietta" "DAI RACCONTA"

16) Dove ti iscrivi? "Io giurisprudenza, poi mi laureo e faccio l’avvocato, e guadagno un sacco di soldi"

17) Da quanto ci stai? Sono quasi 4 mesi! Cazzo, tantissimo…

18) "basta io me la compro col cambio automatico, perchè si usa la frizione? non serve a niente, che palle sta frizione"

19) "molla la frizione e accelera subito, sgommi!" "Che figata la frizione"

20) "Ieri ho fatto i 200 km/h"

21) "beato lui che i suoi gli hanno preso la 206"

22) Sta con lui solo perchè ha il motorino

23) sta con lui solo perchè ha la macchina

24) A natale ci facciamo tutti i regali? poi ci si vede verso il 22 facciamo una tombola con tutto il gruppo e ce li scambiamo.

25) Perchè mi ha lasciato, non ne troverò più una così.

26) L’università è più facile perchè non è come la scuola che devi andare tutti i giorni.

27) Stasera si va a vedere il festivalbar!

28) Siamo i soliti: andre, checco, ale, amy, pilu, cla, roby, fra, li (praticamente la nazionale di calcio cinese)

29) Mi fai il nodo della cravatta? Ho una festa di 18 anni, che significa rsvp?

30) Ti amo, per sempre…

Davvero tutto cinico.

Mia follia d’Affrica, non senza conseguenze.

scritto da Sanfedista il 7 gennaio 2008,17:17

Quando mi lasciai andare al gin tonic offerto da un’hostess della Emirates realizzai che un piccolo grano di polvere aveva inceppato il mio meccanismo e che una svolta si era appena consumata. L’aria condizionata non mi scuciva il caldo che avevo lasciato a Dar Es Salaam, lo stesso gin, rimedio unico per i transcontinentali, non riusciva ad ottenebrare la mia mente abbastanza. Ovviamente c’era una lei, in realtà ce n’erano due. Una rappresentava i miei precedenti quattro anni, l’altra le mie precedenti due settimane. In amore spesso i giorni e gli anni si mescolano e i primi, in alcuni periodi della vita, pesano al bilancio più dei secondi.

Mentre l’aereo faceva il suo consueto lavoro, io riordinavo. Un safari, termine oramai ridicolo, una spiaggia bianca, stereotipo harmony, ed una notte di luna (letto questo siete autorizzati a smettere, ho raggiunto il fondo narrativo, ma la verità è stoicamente melensa in questo caso) furono la cornice; una donna più grande di me, abbastanza più grande, fu l’attrice. L’altra donna era in patria ad aspettare che io facessi ordine, forse non in questo modo.

La passione, la nuova, fu spinta sia dalla citata cornice sia dalla citata confusione; il riusltato fu, però, nè stucchevole nè confuso. Prima circospezione, poi sfacciataggine ed infine ritrosia. I soliti ingredienti. Vento, birre affricane e sigarette, ovviamente francesi, impastarono il tutto. L’altra attendeva, mi chiamava e iniziava a capire.

In aereo tiravo le somme intervallate dai ricordi del Plantation lodge, del Kilimangiaro e del Land Rover di mr.Francis, un nero sdentato e malarico, ma con un adorabile sorriso cinico stampato. Lei, in aereo con me ma tre file più dietro, forse aspettava un cambio posti che io non proposi. Si ragiona da soli. Capii che la persona seduta dietro era una tramite che il mio ego aveva apprestato per impormi una decisione, non era, ovviamente, la scelta della mia vita.

Atterrai a Roma, ci salutammo con la promessa di risentirci: avvenne. Ci furono notti al telefono ed un decadentissimo fine settimana al Grand Hotel Ritz di Roma -grandeur napoletana- fatto di albe insonni, di sigarette, di alcool e di tutte quelle cose a cui un gentiluomo in alcune situazioni non può sottrarsi. Ricordo solo che la suite era sempre avvolta dal silenzio, si viveva con lo stesso sforzo con cui una crisalide abbandona la sua forma per rendersi farfalla, ma sapendo, perlomeno io, che non avremmo mai cabrato,  che non ci saremmo mai diffusi all’indolente vento primaverile.

Tutto questo fu fondamentale per la formazione della nuova immagine di me, finalmente modellata sulla profonda conoscenza delle mie esigenze. Passarono i giorni, il vecchio passò con essi, ed il nuovo si fece sommariamente vecchio. Potrei dilungrami su quello che avvenne con la lei dei miei quattro anni precedenti e non è detto che, prima o poi, non lo farò, ma non ora, dico solo che ci lasciammo.

Come dicevo i giorni passarono finchè:

Ero a casa ma fu l’Affrica a portarmi ad una nuova freschissima sera; la conobbi per caso, nella mia città. Sentii finalmente la schiena farsi ala e il silenzio infrangersi; era lei, era il regalo dell’antichissimo continente, era la conseguenza che cercavo da mesi…forse da anni…

Sesso, freddo fuori.

scritto da Sanfedista il 9 dicembre 2007,01:44

…or congiunti or disciolti…

Di corsa a casa, tira vento. Un lampo e le dita smuovono lente i bottoni, prima incerte, poi, via via, il movimento s’accresce, finchè la tua pelle viene descritta dai miei polpastrelli. Un tuo brivido; ansimando reclami il piacere, lo ricerco anche io nei tuoi convulsi movimenti. Il bacino sempre più forte, i muscoli delle gambe irrigiditi, i tuoi piedi dritti come linee.

Tendiamo all’infinito,

rinchiuso in uno spasmo perfetto

mi muovo

t’aspetto. 

Sudore e capelli 

pesano il torace,

odore vorace,

lo ascolti,

t’inarchi come ferita.

Silenzio strozzato

denti serrati

tremori di corde vocali

labbiali.

Odori di splendida vita.

Conosco il tuo corpo,

che fluido

s’allaga sulle mie fantasie.

S’acquieta,

riposo,

attesa,

io oso.

Ritrovo la nuca

ricerco le labbra nel buio

arrivo a contare i tuoi denti

tormenti

t’inarchi di nuovo

cadiamo per terra,

zavorra.

M’anniento,

lucidi gli occhi

mi tocco la faccia

m’aggiusto la testa

ti guardo distesa.

I pensieri, foresta.

Le forze, sedotte.

E tu mi guardi dal basso

allacciata alla notte.

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