La Rosa
Stat rosa pristina nomine, nomina nuda tenemus (la rosa esiste prima e a prescindere dal suo nome, ma a noi non ne resta che il nome).
Il fiore più retorico del mondo, è il più bello (unico momento in cui quest’aggettivo non è banale ma necessario). Qualitativamente amo la Grand Prix, gambo altissimo, fiore dal colore rosso scuro, scurissimo. Il fiore che deve essere regalato. Il simbolismo è infinito quanto conosciuto. Le spine su tutte. Ma la rosa è di più, proprio perchè mondialmente riconosciuta oramai come simbolo più che come fiore, come nome, per l’appunto, più che come materia, si spoglia di tutti i suoi significati ed assume l’essenza più pura del fiore, la bellezza. La rosa è immagine pulita, manifestazione grezza di natura, colore caldo (concedetemi la sinestesia). Eppure la rosa è passata, nel corso dei secoli, ad infinite selezioni, pari forse solo a quelle studiate per l’orchidea, ma questo non ha fatto altro che mondarla dai suoi fronzoli e rinfrescarne la figura. La rosa ha costretto gli uomini ad inventare ricette che la includessero, l’uomo, evidentemente, sente l’ancestrale bisogno di assumerla fisicamente, per poterne essere parte, per essere più interiormente arricchito dalla sua grazia. E’ una magia, l’attrazione che si prova è per me inspiegabile, è per me il regalo di una parte di me, la condivisione di una passione, puro amore.