L’orso Ciro
Già scettico durante l’infanzia sull’esistenza di animali parlanti, la notizia sulla riproposizione dell’Orso Ciro è oggi, per me, un colpo esiziale.
Da un po’ di tempo è ripartita la vendita dell’Orso Ciro, chi? L’Orso Ciro, un pupazzo che favella in napoletano, lasciando ai sociologi il compito di valutare le devastanti conseguenze su di una generazione di bambini in seguito all’acquisto di un gioco del genere, mi soffermo sulla documentata biografia dell’Orso Ciro.
L’Orso Ciro nasce in un basso della Vicaria a Napoli, nel 1987, anno nel quale Maradona incantava la città, figlio illegittimo di Mario Merola e di un peluche di un asinello, Ciro, dopo essere scartato ad un provino del Napoli, si dedica al canto neomelodico, introdotto dalla sua prima fiamma, Marisa Laurito, nello showbiz incide un pezzo che diviene la colonna sonora per eccellenza nei matrimoni rionali, "C’scpusamm appena te dann’a’libbertà" ( in ital. Ci sposiamo appena il giudice ti concede i domiciliari). Vince con la sua canzone "La cassetta falsa d’Oro", privilegio assegnato prima di lui a Nino D’Angelo e a Luigi D’Alessio. Nel 1989 partecipa con successo al Festival di Scampia, vince la categoria "scippatori emergenti", al tempo disse di lui un boss "Il guaglione ha stoffa, e non mi riferisco al fatto che sia un peluche, ha scippato 13 persone in 2 ore". Messo in archivio quest’altro traguardo l’Orso Ciro, supera i confini regionali, il nuovo decennio è foriero di buone notizie, assolto dall’infamante accusa di mandante di omicidio, incide il suo secondo LP:" IL Casco è da falliti". Un nuovo successo di pubblico e critica, l’usciere di uno stabile di L.go. Donnaregina definì l’album "Misurato ed educativo, il perfetto regalo di Natale". Ciro nel 1992 parte per un tour mondiale, toccherà in rapida successione, l’America, la Colombia, la Nigeria, il Montenegro e concluderà gli impegni al "Memorial Prof.Cutolo Tiater"di Sant’Anastasia. Dopo i successi in studio e i live, Ciro prende un periodo di pausa, anni nei quali affina la tecnica e consolida le giuste amicizie, nel 1996, è il primo a potersi esibire con la sua band, "IL coro dell’armata Rozza", al celebre Night di Mosca "Dasvidania", in quell’occasione duettera con artisti del calibro di Bono Vox, Elton Jhon, e Susy Capezzolo (la celebre ponitrice di quesiti sulla Sett.Enigm.). E’ proprio a Mosca che a Ciro viene in mente la sua idea più ambiziosa, la raccolta fondi per le vittime dello stato, un attento programma di finanziamento per le mogli e i parenti dei carcerati, così giungiamo alla celebre data il 31/12/1999, dove innanzi a un Poggiorele gremito, si esibirà nel Ciro & Cumpagn. In quella occasione il NY Times titolò con enfasi"WHO SHIT IS THIS FUCKING BEAR?", era la consacrazione mondiale tanto attesa. Il nuovo millennio però si apre con una doccia fredda, lasciato da Barbara Chiappini, l’Orso Ciro viene condannato per Omicidio Premeditato plurimo, una grana, ma il nostro non si abbatte, sfrutta il tempo di riposo forzato per creare nuovi progetti, usufruisce dell’indulto e decide di rilanciarsi, mettendo in vendita una sua copia, scala 1/1, con le sue più celbri frasi, il resto lo scopriremo solo rubando, parafrasando una celbre canzone del Ciro.
Diamo ora un piccolo campionario di frasi che l’orso pronuncia:
- Perchè lavorare se puoi spacciare?
- Il casco è da ricchioni
- Se te la scopi poi te la sposi
- L’indulto è necessario per il sovraffolamento delle carceri
- La pizza fa bene
- Attento a come è tagliata la Coca
- Meglio la calibro 22, sporchi meno.
Hanno detto di lui: "E’un pericolo per la morale", M.Manson; "Andrebbe ucciso", M.Teresa; "Un folle assetato di sangue", P.Pacciani; " Orso CHI?", David Bowie; "Una condanna per l’umanità intera", Nostradamus; "Un Macellaio che canta pure male", Jalisse; "Lo invitai alla ruota della fortuna, stuprò tutto il carico di Annabella di Pavia, il visone Charlie, non è più stato lo stesso", Mike Bongiorno; "Una persona che sbaglia e va rieducata", nota del Gruppo Parlamentare dei Comunisti Italiani.
Il prodotto descritto non ha nulla a che fare con il celebre giocattolo, è frutto della fantasia dell’autore, come sono di fantasia tutte le affermazioni e le vicende che coinvolgono terzi.