Perchè le digressioni sono necessarie. Ed allora aggiorno, potrei perdere del tempo a raccontarvi di una partita da biliardo con un campione zoppo, in una sala con la saracinesca abbassata e con un silenzio da campo centrale di Wimbledon. Intrigante…
Oppure potrei svelarvi la mia voglia ostinata di poggiare portacenere intsabili sul letto e poi dettagliare sugli accadimenti legati ai miei movimenti sul materasso. Maledetta cenere sul cuscino. Le mie sospirate invenzioni oziose, come legare un segnalatore acustico ad ogni cosa, dal telecomando tv alle chiavi di casa. Segnalatori che bippano in caso di fischio. Ponendo termine a nascondini bizzarri tra me e l’universo mondo portatile.
Potrei gettare la maschera mettendo una mia bella foto sul blog, magari svelando l’esistenza dello stesso ai miei amici, alla mia famiglia, ai miei colleghi. Magari linkandolo su Facebook, che non ho.
Vado a sprazzi stasera. Non ho la voglia di parlare di politica, tanto che posso aggiungere. Sono un fascista tollerante e antifrancese. Un borbonico melanconico, un disordinato senza grazia possibile, e senza possibile indulto. Il cinema la mia passione è una cosa troppo seria per parlarne qui.
Potrei comporre parole per il piacere di rileggere e di vedere riempiti spazi sul bianco, ma questo è troppo decadente anche per me.
Vorrei sapere chi mi legge, giusto 4 righe per raccontarvi, ma tanto so che i miei lettori se mi leggono sono pigri quanto me.
Ed allora indolente indovinello:
"Perchè i corvi non volano mai di notte ed i gabbiani mai all’alba?"
Dico sin da ora che se non riceverò risposta, o risposta esatta la soluzione non la darò io…
Palla otto in buca ad angolo…-disse mangiucchiando nulla in bocca.
Per un istante la polvere di gesso fu magica ed il verde un mare piatto di silenzio arenato. La palla scomparve nella buca e pochi istanti dopo, lo zoppo, rialzato lo sguardo dopo il colpo, si girò verso la sala, che dalla penombra era passata al buio assoluto: scomparsi gli spettatori e i loro puntini incandescenti tra le labbra. Rigirato non trovò più il tavolo da biliardo, la rastrelliera, il segnapunti e l’avversario. La palla scivolando in buca si era portata via tutto il mondo come un tappo di una vasca tirato via in un istante. Lo zoppo per qualche istante attese qualcosa, ma poi svitò la mazza, la rimise nel fodero e s’incamminò via, con un sorriso sulle labbra, la mazza a tracolla e giochicchiando col gessetto in mano.
…E tra le braccia di un guardiacaccia il tempo vola sotto all’ombra
di un’Acac(c)ia…(sic)
beccatevi questa.
Particolare divertente. Oggi sono a Napoli -il mio peregrinare incessante tra la capitale e partenope è quasi finito, dal 9 comincio il mio nuovo lavoro in Roma- e camminando per la strada ho notato seguente scena:
Giovine sulla 20ina che apostrofava miserabilmente uomo sulla 50ina, per beghe legate al traffico regolato da luce semaforica. Il Giovine appellava l’uomo con ogni genere di improperie, umiliandolo innanzi a nutrita folla. L’Uomo -tassidermizzato- subiva passivamente la gragnuola di insulti che lo attingevano, non mostrando altro sentimento che non fosse inadeguatezza di reazione.
Bene dov’è il punto, mi direte voi.
L’uomo è celebratissimo und temutissimo chiarissimo professore di Diritto Costituzionale dell’Ateneo Federiciano, Ateneo nel quale mi fregio di aver conseguito laurea in Giurisprudenza e professore che mi esaminò qualche anno fa con tracotanza e spocchia senza pari.
Per qualche istante ho sognato di essere io quel giovane, non per un’insana rivincita, l’esame si concluse con un dignitoso 26, ma per il puro piacere di godere della tipica scena del pesce fuor d’acqua. Lui senza gli assistenti armigeri, senza l’alabarda, il voto sul libretto, senza lo scranno massimo s’accorgeva di come il suo potere, seppur sconfinato all’ateneo, naufragava sul rosso di un semaforo.
L’ho visto qualche istante cercare con gli occhi qualche usciere, magari passante, che lo cavasse via dall’impaccio. Nulla, solo un lavavetri divertito.
Io non so chi avesse ragione, ma il semaforo è una democrazia dell’urlo alla quale tutti devono adeguarsi, magari avrà pensato: "avessi avuto l’auto blu non sarebbe mai successo".
Ed ecco che mi spiego il piacere dell’utilizzo di quel veicolo: il poter esser dittatori anche ai semafori, che altrimenti sono spietata livella.
Nel prossimo post pubblico per la prima volta un mio scritto passato inerente l’esame che sostenni con il citato professore.
Percorrevo oggi le strade della mia megalopoli favorita e tornavami alla memora il viale Carlo Marx a Roma. Mi sono detto: vuoi vedere che oltre quel bolscevicone barbuto in Italia abbiamo altre strade in onore dei comunistissimi? Tralasciando gli "eroi" patri tipo Togliatti, Nenni, Gramsci et cetera, ho focalizzato la mia attenzione sui comunisti d’importazione ed ho scoperto quanto segue (per comodità inserirò solo una via per personaggio):
Via Lenin a Cardito (NA)
Via Che Guevara a Bari
Via Stalingrado a Bologna
Via Engels a Città di Castello (PG)
Via Ho Chi Min a Pero (MI)
Via Rivoluzione d’Ottobre a Reggio Emilia
Via Maresciallo Tito a Monserrato (CA)
Via Mao Tse Tung a Palma di Montechiaro (AG)
Via Unione Sovietica a Firenze
Via Kruscev a Caprie (TO)
Via Stalin (!!!) a Raffadali (AG)
Altri comunisti non me ne vengono in mente ma sono sicuro che la toponomastica non si sarà comunque sprecata. Inoltre, come detto, ho omesso gli innumerevoli doppioni, credetemi davvero tanti!
Ho alla fine cercato "via Benito Mussolini": c’è! Ben due in realtà, una a Villanova di Camposampietro (PD) ed un’altra a Petacciato (CB). Mi piacerebbe darla come indirizzo…non mi dispiacerebbe in realtà nemmeno vivere in una delle dieci vie "28 ottobre"…cmq i conti pendono sempre a sinistra…
Approfondendo, il dramma è che via Rivoluzione d’Ottobre è una strada a senso unico e si può imboccare solo da una strada a senso unico, svoltando a destra; me li vedo:"Scusi per via rivoluzione d’ottobre?" "Non può sbagliarsi, svolti a destra".
Amarissimo.
è deciso si cede
E nonno dai! Ci porti ai tropici a donnone?
mangio poco, poi gnam…
odi risata? s’ode dosata? si, rido!
E la mafia sai fa male
Amore, via, rilassa: mutero’, ma ora, malato di te, ti do’ tal amaro amore!! Tu m’assalirai, vero, ma…
Tutto quello che ho scritto sopra ha senso?