Mal di testa e Napoli
Ho un mal di testa che mi trapana il cervello. Forte, secco, implacabile. Così persistente da non permetterti di dedicarti ad altro, ma così obliante da renderti impossibile di dedicarti a lui. Non ho il mio salvavita: il Saridon della Bayer.
Quindi scrivo. Non fumo.
Porto Napoli con me in ogni momento. Le sue cicatrici sono le mie, i suoi capelli bianchi sulla mia testa, le sue rughe sui miei occhi. La città più decadente del XXI secolo, ora che Shanghai è diventata come New York e Adis Abeba fa schifo e basta.
La mia città è invero la più vitale d'Italia e la prova è che se ne discute sempre. Come ogni luogo splendido e fatiscente, la mia terra produce incredibili gamme di umanità: geni, opportunisti, rivoluzionari, criminali, eroi, artisti e truffatori. Sorrentino, Saviano, Bocchino, Nevruz, Muti, Di Lauro… Se si normalizzasse la situazione mi dispiacerebbe sinceramente. E' difficile smettere di essere sotto i riflettori. Si perde il privilegio di essere al centro dell'attenzione. Si smette di incuriosire. Roma chi produce? Milano? Firenze? Venezia?
Transeat.
Per tornare al mio mal di testa, scrivere ha alleggerito la pressione ma i pensieri non producono i mal di testa, che se ne dica. Sarà qualche piccola reazione chimica, allergica forse, neurologica.
Il mio bene a voi, che gli angeli ricoprano il vostro corpo.
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