Regole auree per un gentiluomo.

scritto da Sanfedista il 29 maggio 2008,16:27
  1. Non si guarda allo specchio fuori dal proprio bagno.
  2. Non indossa una cravatta regimental su di un gessato.
  3. Abbina le scarpe alla cintura (il dramma è che è sempre meno scontato).
  4. Legge in treno e non attacca bottone con nessuno, se non per spirito antropologico.
  5. Non dedica i libri che regala, lo fa solo l’autore, al massimo allega un biglietto.
  6. Non si sfila la cravatta e se la mette nel taschino.
  7. Evita accuratamente di apparire in fotografie.
  8. Non chiede mai un numero di telefono ad una donna, lascia il suo.
  9. Se in auto i compagni di viaggio s’inerpicano in conversazioni noiosissime alza delicatamente il volume dell’autoradio.
  10. Fuma se può, se non può non giochicchia con l’accendino.
  11. Mostra interesse per i primi dieci minuti di una conversazione, trascorsi i quali è assolutamente autorizzato a disinteressarsi drammaticamente ed evidentemente, qualcuno deve pur spiegare al mondo che dieci minuti bastano ed avanzano per farsi un’opinione pressappoco completa su una persona.
  12. Va al teatro perlomeno 3 volte l’anno, il cabaret non vale ovviamente.
  13. Non allude agli amici di eventuali prestazioni sessuali, al massimo le descrive.
  14. Non usa i-pod. La tecnologia per il gentiluomo si ferma all’ESP della macchina.
  15. I fiori li fa sempre mandare, non si portano ne tantomeno si acquistano in numero di 1 dal venditore per la strada…
  16. Il gentiluomo non urla mai.
  17. Il gentiluomo schiffeggia una donna solo se scoperto un tradimento.
  18. Il gentiluomo non emana alcuna forma di odore.
  19. Non piange mai.
  20. Guarda le donne con tenero distacco.
  21. Il gentiluomo smette di essere gentiluomo solo quando è in posizione verticale, a quel punto tutto è concesso.

Oscar Wilde, il mio cenacolo ideale pt. XI

scritto da Sanfedista il 18 marzo 2008,13:25

1854-1900, artista, dandy, decandente.

"Nessun gentiluomo fa mai ginnastica"

"E’ una cosa terribile per un uomo scoprire improvvisamente che per tutta la vita egli non ha detto altro che la verità"

"Tutte le donne diventano come le loro madri. Questa è la loro tragedia. Gli uomini no. E questa è la loro tragedia"

"Nel caso di donne molto affascinanti, il sesso è una sfida, non una difesa"

"C’è sempre qualcosa di ridicolo nei sentimenti di chi non si ama più"

"Stupisco sempre me stesso. E’ l’unica cosa che renda la vita degna di essere vissuta"

"Almeno una volta nella vita ogni uomo cammina con Cristo verso Emmaus"

 

 

Aggiungo solo che era alto circa un metro e novanta, tutte le parole mi si seccano come tralci tagliati.

Di nuovo sole.

scritto da Sanfedista il 14 gennaio 2008,14:09

Ha piovuto tanto, forse troppo in questo periodo. Ha piovuto sulle buste sparse, sui titoli di giornali, sulle affermazioni degli altri italiani: quelli del nord che hanno scaricato qui i rifuti tossici per anni ed ora non li rivogliono e su quelli del sud che per anni li hanno raccolti senza opporsi e che ora vogliono renderli. Ha piovuto sulla gente manifestante in frotte che si è spenta, poi, alla prima goccia. Ha piovuto su di noi in giacca e cravatta, che corriamo via alla prima acqua, neanche fossimo fatti di zucchero. Ha piovuto sull’asfalto, sulle ruote che calcano la terra, sul vesuvio che sonnecchia e che ci ricorda che i giorni non sempre potranno essere tutti ugali. Ha piovuto su S.Gennaro, che fa il miracolo e fa sciogliere il sangue; se si è sciolto anche quest’anno correrò via da qui con tutte le mie forze quando resterà grumo, non immagino sventure peggiori.

Oggi è il sole sfacciato, che secca, che infrange sul litorale. Io dal mio luogo penso ad altro, compro quattroruote e mi decido a cambare automobile, questa la consolazione che il sole oggi mi offre.

Yukio Mishima, il mio cenacolo ideale pt VI

scritto da Sanfedista il 16 dicembre 2007,18:12

1925-1970, scrittore.

" Il fiore per eccellenza è il ciliegio, l’uomo per eccellenza è il guerriero"

Moravia, affascinato, disse che Mishima era un "conservatore decadente". Yukio Mishima fu il primo raggio di sole nascente che illuminava il secolo più complesso che il Giappone avesse mai conosciuto. Inondò pagine con una perfezione sovrumana, ogni muscolo del suo corpo, curatissimo, era irrorato da un lancinante patriottismo. La sua mente, un legaccio che lo incatenava alla tradizione imperiale.

Formò un esercito, esaltò uno stile di scrittura, fuse il suo essere in tetralogia, scrisse come guidato dal Kendo. Morì con l’antichissimo rito del seppuku, il taglio del ventre, innanzi alle telecamere di tutto il paese, accorse per riprendere l’occupazione di una caserma da parte di Mishima stesso e dei suoi uomini. Ogni centimetro con cui la lama violava la sua carne, allontanava Mishima, non dalla vita, ma da quello che non poteva più essere il suo mondo. Morì come fece morire il suo personaggio in un film. Morì in un giorno denso di significato, onore concesso solo da una sorte benevola o da un’attesa fatta di lucida scelta, curata come a chudere un libro prezioso evitando di far pieghe. 

Gabriele D’Annunzio, il mio cenacolo ideale pt V

scritto da Sanfedista il 10 dicembre 2007,00:15

1863-1938, Compositore di vicende umane.

"L’uomo a cui è dato soffrire più degli altri, è degno di soffrire più degli altri."

Ci sarei arrivato a lui, non sapevo quando. Se solo chiudessi gli occhi affonderei la mia notte nell’inchiostro; li ho aperti e gli spazi, seppur immensi, mi constringono come un falco legato. Bene, D’Annunzio è la musica disco degli anni settanta, ho osato vero? Non voglio dissacrare ma è l’unica immagine che mi viene, un sublime amato dal popolo, il dono del fascino fatto, per la prima volta, chiarezza. Agli austriaci cioccolatini in cambio di merda e un biglietto: "Ognuno dona quel che è". Brillantini immillati dalla stroboscopica. Divisa fuori ordinanza solo perchè più raffinata, la riforma delle giacche per ufficiali non l’accettò mai. Anarchica eleganza? Vado oltre, mi fermo, chiudo gli occhi e lo vedo scendere con "Can’t take my eyes off of you". Chi non ce lo vede non lo ha capito.

Humphrey Bogart, il mio cenacolo ideale pt.IV

scritto da Sanfedista il 8 dicembre 2007,01:05

1900-1957, attore.

"Tutto il mondo è tre drink indietro"

Se stanotte dovessero dirmi:"Resuscitane uno!", chiamerei lui. Le cicatrici in un muovere di palpebre, il disprezzo fatto fumo di Chesterfield, le spalle bagnate dalla pioggia. Maschilista, fascista, saggio come l’ultimo giro, come uno schiaffo. Pieno come il silenzio dopo una nota, malinconico come l’intero brano…

Bowtie, Papillon, Farfallino. Piccolo dramma.

scritto da Sanfedista il 1 dicembre 2007,17:10

…due mosse ed il gioco è fatto…

Ma sì, concediamoci un po’ di mondanità, tinta di piccolo dramma però…

Domani sera ore 19.00 prima del Teatro S.Carlo, Parsifal, oggi rapida scorsa all’abbigliamento, giacca smoking ok, fusciacca ok, camicia un po’ stropicciata ma pazienza, pantaloni un piombo, cazzo, il papillon! Non c’è, niente, andato, cerchiamo meglio, trovato, ma è sfilacciato, lo so che è alla stregua delle doppie punte ma chi se ne frega deve essere perfetto, piccolo dramma. Scendere a far compere il sabato pomeriggio è una noia mortale, ma una morte lenta, spendere minimo 50E per un oggetto usato circa 2 volte l’anno è deprimente ma di una depressione non economica, bensì estetica  e morale, il lucro dei bottegai mi annienta. D’accordo per una cravatta, potrei spendere anche di più, ma un fazzoletto di seta nero dove non v’è stata alcuna ricerca di stile non possono farlo pagare più di 20 euro. Eh pazienza è andata così. Speriamo che tutta la spesa valga l’opera. Inciso, non secondario, i biglietti mi sono stati gentilmente regalati dalla mia meravigliosa ragazza, non è poco.

Demodè?

scritto da Sanfedista il 23 novembre 2007,16:32

…se fosse di moda, non lo sarebbe affatto…

Ci dovrà pur essere un motivo se l’umanità, quella che merita, apprezzerà di più una camicia con gemelli, sobri, piuttosto che una maglietta con il marchio ben stampato e delle piastrine militari che pendono meschine dal collo.

Manca l’educazione allo stile, la nappa ed il cachemire sono parole che riempion la bocca di ignoranti commesse che senza alcun pudore consiglierebbero una cravatta a quadri su di una "bella" camicia a quadri, un gessato con una regimental, pantaloni banchi e giacca bianca. Lo stile è riuscire ad essere alla moda stando il più lontano possibile da essa.

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Il tocco magico

scritto da Sanfedista il 1 novembre 2007,15:44

Quando il ridicolo diventa sensazionale hai il tocco magico.

"Dovrete passare sul mio catetere!" esclamò all’infermiere. Era terminale e lo sapeva, ma era dibolicamente egocentrico, drammaticamente affascinante, ancora bellissimo, con occhi guizzanti. Aveva predisposto tutto per il suo funerale, la Chiesa, le 34 vergini disperate per non averlo avuto, una per ogni anno della sua vita. Che poi, noi, come le trovavamo 34 vergini? L’unica che conoscevo era una poveraccia, vergine perchè scartata anche dai marinai liberiani in rada nel golfo. Ma la richiesta più assurda era "Mi vendo" come marcia funebre. Insomma, oltre la difficoltà di reperire una vecchietta con il cuore tanto robusto da sopportare l’esecuzione del pezzo, avremmo anche dovuto spiegare i motivi della scelta al sacerdote dei Salesiani, questo davvero non si poteva, altrimenti lo avrebbe fatto trascinare in terra sconsacrata da una quadriga di maiali… Ma era così, come quando, fidanzato plurimo, era riuscito a dire a tutte le sue donne una data diversa di compleanno per festeggiarlo senza problemi con tutte e tre, il dramma arrivò a Natale, che è uno, poco ci mancava che si fingeva Mussulmano, insomma riusciva a premeditare i tradimenti, il dolo c’era. Durante poi uno scalo a Dubai, cercò disperatamente alcolici in albergo, voleva assolutamente bere, era Ramadan, insomma la questione era ostica, che fece? Tornò in aeroporto ammiccò uno pilota olandese palesemente Gay e si fece raggiungere in albergo con gli alcolici del bar di bordo, ovviamente, il pilota puntuale all’appuntamento con gli alcolici fu mandato in bianco, ma lui bevve, in più in preda al primo alcool chiese se poteva reperirgli qualche hostess; sento ancora il rumore della caduta che fece dopo il pugno preso. Gli olandesi picchiano. Negli ultimi giorni, aveva affinato le richieste, la tomba non gli bastava più, voleva un sepolcro, mi mostrò le foto di un santuario Induista, voleva anche un personalissimo esercito di terracotta, con le riproduzioni dei suoi miti, Maradona, Oscar Wilde e anche Hannibal di A-Team, voleva inoltre le statue dei suoi amici, delle sue ex, tranne di una, e dei parenti. Lo voleva davvero non era tanto per dire.  Mi ricordo anche quando a 18 anni prese la Maserati del padre e fermato dai carabinieri cercò di convincerli che era 1.4 di cilindrata, 250mila lire di multa. O quando per il compleanno della zia Beatrice (84 anni) le inviò 24 rose rosse, frimandosi Franco R. il nome e l’iniziale del cognome del sacerdote della parrocchia alla quale era devotissima, il biglietto recitava più o meno così "I tuoi peccati non confessati diventano miei desideri irrealizzati".E’morto alle 12 di domenica, in tempo per il Brunch…Il funerale è stato formalissimo, senza Mi Vendo le vergini e il resto. Ma in una cosa l’ho accontentato, tornando a casa, dopo le esequie, ho messo "Casablanca", ed ho pianto, come un disperato senza sosta, alla sera l’ho lasciata, non l’aveva mai retta, una settimana dopo ero in volo per le Filippine, così gli potrò finalmente dire se erano così pulite, ordinate, se tutti giravano con camicie perfettamente stirate e il profumo di Nelsen piatti fosse l’aroma più diffuso, lui aveva sempre asserito questo; questo glielo dovevo, ora mi manca, mi manca come manca il tocco magico, come un cappello Panama a luglio, come quell’ultimo sorso prima della nanna.

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Abattoir

scritto da Sanfedista il 23 ottobre 2007,16:44

Credo di andare al macello…

Ma ordinatamente, con stile, questo è ovvio, sono un giovin vitello, mi luciderò gli zoccoli e cercherò, sul camion, un posto con vista autostrada, per farmi ammirare. Sarò così inconsapevole che nei miei pensieri confusi, il viaggio mi ricorderà la transumanza del 1998, quella con mio fratello Ciuffino, la Rosetta e la Campagnola, ci spostammo dai generosi pascoli abruzzesi alle tiepide stalle di pianura, era ovviamente un ritorno. Credo, altresì, che prima di andare al macello, berrò quel latte inacidito che ho conservato in un catino, mi pare ricordi irdomele, ed abbia, unito al cardo, un vago retrogusto di anice, che mi ricorda l’assenzio molisano. In realtà sono giovane, mi avevano detto che sarei potuto divntare un toro da monta, oppure un bue da soma, ho considerato entrambi i lavori stancanti e per nulla produttivi. Ho curato la mia pelle, l’ho resa morbida, speravo di entrare in Rolls Royce, ma si sa qui al meridione non si trova spazio neanche in Fiat, maledetti pidocchi con i vostri tagli sugli interni in pelle. Allora, ripeto essendo giovane, ho deciso la fuga e mi sono concesso un week end su di un pascolo più lontano e li ho preso coscienza di me, esisto, non riesco a comunicarlo però; "solo muggiti per il povero Eric Francis Terlinger III" mi ostinano a chiamarmi "Mummone" che orrore! La fuga è stata breve, colpa del campanaccio. Sognavo altro, peccato, invece m’accorgo che come ciuffetto, anche per me ci sarà il macello, l’Abattoir, preferisco, un colpo di pisola pneumatica e la mia vita finisce così, un po’ mi cruccio, certo sarò terrorizzato, tutti in fila, ma io apparirò il più bello, e di questo il macellante se ne accorgerà; sparatomi, non tratterrà una lacrima, consapevole, una volta tanto, di aver ucciso una meravigliosa forma di vita, curata, consapevole e compiaciuta; il macellaio quando urlerà:"PINO DAMMENE UN’ALTRO", lo farà con voce rotta dal pianto e l’intero macello capirà chi è morto, il passaporola giungerà al reparto disossamento e poi come un nembo a quello "raccolta frattaglie" finchè tutto il capannone piangerà la mia morte e, specchinaodsi nel caldo rivolo di sangue che esce dal mio orecchio, si vedrà brutto e sgraziato! Privilegio a chi mangerà la mia vita presto spezzata, privilegio a chi mangerà Eric Francis Terlinger III, il più bel vitello, il più giovane, il più ardito e colto…sarà di certo un privilegiato e la sua vita sarà ancora più soave.

Questo ho pensato stamane mangiando un meraviglioso filetto…

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