Frédéric François Chopin, il mio cenacolo ideale pt XII
1810-1849, compositore.
"Ogni difficoltà su cui si sorvola diventa un fantasma che turberà i nostri sonni"
"Tu sei per me la porta del Paradiso. Per te rinuncerei alla fama, al genio, ad ogni cosa"
"Chopin è così debole e timido da poter venir ferito persino dalla piega di una foglia di rosa" (George Sand su Chopin)
Era da un po’ che non invitavo nessuno a cena, un po’ per il mio trasferimento, un po’ perchè la casa doveva essere arredata, un po’perchè l’argenteria era da lustrare ed i cristalli non brillavano. Stasera ho chiamato lui: Fryderyk Franciszek Chopin, o alla francese come da titolo.
Tastiere e pianoforti hanno in comune il potere di riempire gli spazi, a ciascuno il suo modo. Io stasera ne avevo bisogno del maledetto polacco, perchè mancava solo lui per riempire la sala con la musica mentre la mia anima andava colmandosi di dolcissimi pensieri. Finisco a scrivere in "romantico", sarà che mi contamino con le sue note che passano mentre scrivo, che la tastiera è un po’ pianoforte, a quest’ora dove l’immaginazione è lecita e spinge sempre di più verso il sonno, che vuole liberarsi per viveve quella metà che spetta al "vorrei".
Chopin scriveva musica nel tempo che avanzava alla sua malinconia, al suo amore per George Sand (a dispetto del nome una meravigliosa artista), Chopin fu uomo così combattuto che il suo corpo dorme a Parigi ed il suo cuore è racchiuso a Varsavia.
I notturni mi sembrano ora la scelta più indicata; è proprio buio fuori e la pioggia sferza sul golfo; sì i notturni, credo che ascolterò proprio quelli, aspetto solo che finisca il valzer minuto e poi davvero raggiungo il sonno, davvero.
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