Lucio Dalla, il mio cenacolo ideale pt. XVI
4 marzo 1943 – 1º marzo 2012, cantautore
“La bellezza di Totò è la bellezza di Napoli. Napoli sembra una città, ma è una nazione […] Io non posso fare a meno, almeno 2-3 volte al giorno di sognare di essere a Napoli. Sono 12 anni che studio 3 ore alla settimana il napoletano, perchè se ci fosse una puntura da fare intramuscolo, con dentro il napoletano, tutto il napoletano, che costerebbe 200.000 euro io me la farei, per poter parlare e ragionare come ragionano loro da millenni.”
“Tre più tre per lui fa sempre sette”
Il più grande divulgatore di motori non pilota. Il più grande dandy contemporaneo della musica. Appassionato d’arte, di storie romantiche, d’appendice, narratore di immagini decadenti. Guardava verso il futuro, ma lo guardava voltato di spalle, girando la testa. La sua musica nell’aria passava come potrebbe passare la Cisitalia 1100 di Nuvolari a Radicofani, sporca, sfasciata, precaria, ma elegantissima comunque. Una visione in una nuvola di fumo. Un ritratto frastagliato come una figura di Willem de Kooning o una macchia di Burri. Musica intrappolata in lamiere o inabissata sul fondo marino. Dolcissima e così vera che alle volte fa un po’male.
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