un’automobile, una curva e poco più
Imboccò il tornantino senza pensare troppo al leggero strato di foglie autunnali sulla strada. Lo imboccò rapido, secco. Un colpo di freno, frizione giù, scalo di marcia e poi di nuovo gas. In curva si entra col freno e si esce con l’acceleratore. Le braccia erano rigide sul volante a tre razze. Il contagiri a fondo bianco saliva e scendeva scandendo, come un direttore d’orchestra con la bacchetta, il tracciato misto che scorreva sotto le ruote. Con un piccolo colpo fece balenare i fari per avere più luce sulla curva che terminava il lungo rettilineo. Le gomme tiravano fuori le unghie per restare attaccate al suolo…
Sai cosa? che proprio non so che c’è dietro quella curva. Ho immaginato tutto ma nel mio cervello non riesco a guardare oltra la curva, ho finito l’immaginazione e avrei potuto far finire la benzina alla macchina. Si dai.
…finchè il motore iniziò a strappare, sempre di più, l’acceleratore andava a vuoto… “cazzo la benzina”, pensò. In aperta campagna all’imbrunire senza benzina e col cellulare che non prende. Una splendida macchina ferma sul ciglio della strada. Così la faccio finire la storia. Un po’ come me ora.
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