Sono i pensieri che vengono con l’ultima sigaretta, quelli che superano il labirinto del cervello e resistono ai rumori dell’ultimo bus notturno, quelli puri, quelli che per stanchezza colgono la ragione nella confusione.
Io amo le donne, le amo con gran parte di me stesso, amo la loro forza, la loro vivacità nel ricominciare. La costanza con la quale addomesticano la loro ineffabile volubilità. Sono lo sguardo che Dio ha dato incerto osservando la terra. L’incompletezza alla quale si è trovato rimedio sconvolgendo tutto, il foglio sfuggito alla correzione. La frase che non torna ma non sai come concludere ed allora la lasci così.
Le mani delle donne ti cercano e tu pensi che abbiano bisogno di sicurezza, le afferri e realizzi in un battito che il calore proviene da loro ed allora ti tranquillizzi tu.
Amo le donne perchè la sera riescono a stare sveglie più di noi e le vedi illuminate da una luce, magari mentre fumano, magari mentre studiano in silenzio e pensi che sono matte, pensi che qualsiasi cosa che stanno facendo, o stanno pensando, potrebbe tranquillamente essere rimandata all’alba successiva; loro no, loro devono chiudere il cerchio. Allora le invidi, ti avvicini e cerchi di distrarle, provi ad infastidirle, solo che poi alla fine ti trovi a guardarle che ferme s’allontanano mentre tu vai a dormire con un sorriso.
Le donne sono così, il passo falso verso la salvezza, il puntino che non chiude il cerchio perfetto dell’uomo.
Le donne piangono senza motivo e s’innamorano delle loro idee; le donne cambiano le proprie idee quando si innamorano.
L’uomo no, l’uomo trova donne che amino le sue idee e piange solo quando perde.
Loro pensano bene a cosa desiderare, perchè potrebbe realizzarsi e non avendo contromosse pronte si trovano alle volte nude e in quel momento sono tue completamente. Noi non abbiamo il pudore della nudità, noi ci vediamo sempre senza vesti ed allora non temiamo nulla, non rischiamo perchè in fondo ci conosciamo meglio, perchè sappiamo nascondere non con i vestiti ma celiamo i nostri pensieri tra le pieghe della nostra pelle. Loro no, c’è un secondo in cui sai che lei ha deciso ed allora leggi tutto, assapori potere e perdi la testa. Ma il potere di emozionare è loro, amico mio, non è nostro…
Amo l’energia dell’ultimo respiro, amo la fragilità dell’istante di vetro, quello della prima crepa, quella che porterà all’irrimediabile frattura; la amo perchè penso che più è difficile recuperare più è delizioso ricominciare.
Il decadentismo è questo, vedere che il punto è stato superato e liberarsi quindi dalle responsabilità, poichè le tue azioni ormai non valgono più a nulla; il meccanismo è partito, puoi solo fermarti ed assaporare lo spettacolo, finalmente conoscendo l’epilogo e traendo così la perfezione dei dettagli.