K
Provo una tenera pietà per chi si ostina a violentare la nostra lingua
Non ho la presunzione della originalità. Mi avvento con rabbia con chi utilizza la "k" in luogo delle lettere "Ch", provo una piccola frustrazione per chi addirittura utilizza la "K" al posto della "C". Se v’è un’esigenza di economicità, parlo di sms, (in altri casi, e-mail, lettere e/o altre comunicazioni di forma non orale non basate su un computo economico a singola parola, trovo assurdo un qualsiasi uso di questa lettera non appartenente al nostro dizionario) nell’utilizzo della K scrivendo "Ki 6", non capisco dove stia l’intelligenza nello scrive "Kosa". Meglio, non sono io che non colgo l’intelligenza in questo, l’arguzia non c’è e basta. Anzi è chiaro sentore di poca cura nel corretto utilizzo della nostra lingua e di grave mancanza di rispetto nei confronti dell’interlocutore che si presume sia avvezzo, come lo scrittore, a questa storpiatura.
Sono morti, ragazzi sono tutti morti, Montale è morto, Manzoni è felicemente trapassato, Petrarca si è anche totalmente decomposto, di Catullo neanche più le ceneri, ed allora perchè avventarvi così contro di loro? Tanto non possono cogliere i vostri piccoli atti di insubordinazione lessicale, sono nel paradiso degli scrittori, un noiosissimo posto dove si parla tutto il giorno di aferesi, metafore, chiasmi, quartine e climax…insomma hanno altro a cui pensare. Voi no, siete vivi, cercate di comunicarlo al mondo in maniera migliore.