Vincent van Gogh, il mio cenacolo ideale pt IX
1853-1890, pittore.
"Se varrò qualcosa più in là, la valgo anche adesso, perché il grano è grano, anche se i cittadini all’inizio lo scambiavano per erba."
"Forse saprai che la peonia è di Jeannin, l’altea appartiene a Quost, ma il girasole è in qualche modo mio…"
Avrei potuto mettere un qualsisasi dei suoi quadri, ma lo voglio guardare nei suoi occhi incerti; un pittore che ha del soprannaturale, il meno capito in vita, il più frustrato, è stato il più stuprato dopo. Anche un inclita può riconoscere una sua tela, i poster con i girasoli "affrescano" tutte le stanze degli adolescenti snob che non guardano Moccia ma che non vanno oltre lo stereotipo. Ma Vincent mi piace così, perchè pur essendo così dannatamente di tutti e così drammaticamente mio. E’ come trovare un piccolo spazio in una comune hippy, ed io rido riguardo il suo "campo di grano" e mi verrebbe voglia di dargli un pugno, di farci a botte di dirgli:" Bestia, dipingi peggio così finirai nell’oblio e la tua opera sarà solo mia". Ma non posso e mi odio un po’ perchè una volta tanto per me non vale il motto "Rari nantes in gurgite vasto"; sono a Ibiza in fila per entrare all’Amnesia: sudore e calca, mi spingono tutti, ma mi piace da morire e nulla posso farci, questo è per me Van Gogh.
Davvero molto pop, mr Starry Starry night.
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