Bollettino Medico.

scritto da Sanfedista il 7 giugno 2008,11:39

Signori è scorsa la prima settimana della nuova vita a Roma. Nuova vita significa accentuare le vecchie abitudini, peggiorare le buone ed esaltare le cattive. E’ normale. Mi sto muovendo dalla casa dove ora sto, la pazienza del mio amico è a saturazione ed io ho bisogno di trovare il mio nuovo spazio, di colonizzare la nuova "dream machine" (il mio letto n.d.r.).

Credo vada bene Viale Giulio Cesare, accanto a Cola di Rienzo…vedremo, l’importante è che sia al centro.

Potremmo dire "100% voce", maledetti gruppi brasiliani. I nuovi compagni di viaggio sono variegati ne parlerò poi. Il blog avrà aggiornamenti più costanti appena avrò la libertà dell’uso del computer.

La pioggia come al solito è la mia costante nei momenti importanti, il patto con il buon Dio va avanti, a me sta bene così ed evidentemente anche a lui.

Ad concludendum, la marcia su Roma è cominciata e ad ora pare inarrestabile; previsioni di conquista totale? 2 mesi, è tempo che mi sono dato per crearmi una soddisfacente vita relazionale ed un calendario pieno.

Qualcuno diceva "O Roma o morte" a me basta che non sia "O Roma o Orte".

Roma non mi commuove, mi confonde e questo gia mi sembra un ottimo inizio.

(centro storico di Orte, Viterbo, antica città etrusca)

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consiglio del giorno

scritto da Sanfedista il 2 giugno 2008,00:12

…quando parti cerca di scordare sempre qualcosa, ne ricercherai un’altra alla destinazione, ma saprai di possederla già altrove.

Umberto D’Aniello ©

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consiglio del giorno.

scritto da Sanfedista il 30 maggio 2008,21:02

Libertè, Egalitè…JET PRIVE’!

Fidatevi di un amico…

 

Se lo dice lui. La pietà dei quotidiani Patri.

scritto da Sanfedista il ,10:32

Manganelli (capo della polizia, nomen omen):"In Italia non esiste certezza della pena".

Tutti i quotidiani sulla notizia. Evviva il giornalismo di inchiesta:

Quello che ha portato avanti la battaglia sulle pessime condizioni carcerarie ed ha inneggiato all’indulto (ricordo un pezzo su Repubblica). Quello che ora chiede la grazia per la povera Franzoni (la maledetta infanticida). Quello che tre giorni fa ha urlato al "DAGLI AL FASCISTA!!!". Quello che ha fatto trasmissioni -primo piano su raitre- denunciando un "clima favorevole al ritorno di certi rigurgiti" e poi si scopre che l’autore era coMMunista e nel raid c’era pure un negro*, insomma evviva i nostri giornalisti che mettono sempre in difficoltà gli intervistati! Sappiate che un qualsiasi politico vuole conoscere in anticipo le domande che gli verranno fatte (proprio come negli states -ironico-).

Insomma viva il coraggio di questi paladini dell’informazione.

* Negro, non è spregiativo, considerarlo offensivo è una moda tutta attuale, pari a quella che traduce immigrati in "migranti". Negro deriva dal latino Niger, Nigra, Nigrum, che sta per nero. Loro come ci chiamano? Bianchi. Io avrò il diritto di chiamarli Negri? Oppure come al solito l’ipocrisia verbale di questa italietta vale più del concetto espresso?

Regole auree per un gentiluomo.

scritto da Sanfedista il 29 maggio 2008,16:27
  1. Non si guarda allo specchio fuori dal proprio bagno.
  2. Non indossa una cravatta regimental su di un gessato.
  3. Abbina le scarpe alla cintura (il dramma è che è sempre meno scontato).
  4. Legge in treno e non attacca bottone con nessuno, se non per spirito antropologico.
  5. Non dedica i libri che regala, lo fa solo l’autore, al massimo allega un biglietto.
  6. Non si sfila la cravatta e se la mette nel taschino.
  7. Evita accuratamente di apparire in fotografie.
  8. Non chiede mai un numero di telefono ad una donna, lascia il suo.
  9. Se in auto i compagni di viaggio s’inerpicano in conversazioni noiosissime alza delicatamente il volume dell’autoradio.
  10. Fuma se può, se non può non giochicchia con l’accendino.
  11. Mostra interesse per i primi dieci minuti di una conversazione, trascorsi i quali è assolutamente autorizzato a disinteressarsi drammaticamente ed evidentemente, qualcuno deve pur spiegare al mondo che dieci minuti bastano ed avanzano per farsi un’opinione pressappoco completa su una persona.
  12. Va al teatro perlomeno 3 volte l’anno, il cabaret non vale ovviamente.
  13. Non allude agli amici di eventuali prestazioni sessuali, al massimo le descrive.
  14. Non usa i-pod. La tecnologia per il gentiluomo si ferma all’ESP della macchina.
  15. I fiori li fa sempre mandare, non si portano ne tantomeno si acquistano in numero di 1 dal venditore per la strada…
  16. Il gentiluomo non urla mai.
  17. Il gentiluomo schiffeggia una donna solo se scoperto un tradimento.
  18. Il gentiluomo non emana alcuna forma di odore.
  19. Non piange mai.
  20. Guarda le donne con tenero distacco.
  21. Il gentiluomo smette di essere gentiluomo solo quando è in posizione verticale, a quel punto tutto è concesso.

31 gradi.

scritto da Sanfedista il 28 maggio 2008,10:53

Napoli, ore 10.52, temperatura 31 gradi. Si preannuncia un’estate calda.

Dal 3 giugno sarò a Roma, mi trasferisco.

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…jongleur…

scritto da Sanfedista il 27 maggio 2008,00:25

Chi sa un po’ di francese avrà capito di cosa si parla.

Tralasciando le retoriche di poca misura sulla maschera, sul trucco, sull’illusione, sulla cera che infondo non nasconde ma esalta. Mi concentro ora sulla follia e quanto essa infondo sia servile.

Si perchè se noi siamo caricatura della vita, se ci chiediamo troppo spesso troppe cose e fatichiamo a trarne risposte soddisfacenti è altresì vero che al termine di tutto la luna scorre comunque e porta chiarezza anche dove non guardiamo. Ed allora il nostro compito forse è cercare di non dare criterio alla follia, di trovare il cuore e asservirlo alla nostra convenienza.

La follia è servile perchè ci torna utile quando ne abbiamo bisogno, perchè la follia ci rincuora molto di più di quanto la sapienza ci consola.

Io infondo ho vissuto una vita discretamente articolata. Ho amato drammaticamente, ho tradito, ho sofferto e me ne sono compiaciuto, ho posseduto menti e persone, ho sconvolto corpi e abbattuto sicurezze, le mie incluse. Ho scommesso varie volte e quasi sempre ho vinto. Mi sono alzato spesso dal tavolo con più di quanto mi fossi seduto, quasi sempre riflettendoci.

Marc Chagall, Le Jongleur, 1943.

La cosa che non mi torna mai è quanto in realtà io abbia avuto potere sulle mie scelte. Riflettendoci ho sempre preso il primo premio con il minimo della puntata e più premevo affinchè le possibilità di vittoria aumentassero meno ho raccolto.

Credo sia una sorta di caratteristica costante della mia vita. Il meno impegno ha sempre pagato meglio. Ed è questo che mi sconvolge stasera. Il mio impegno non paga quasi mai. Ed allora davvero credo che la burla sia il modo migliore di intendere la mia vita.

E se queste parole paiono dettate da un momento confuso, in realtà mi viene da pensare che portino la saggezza della follia consolatoria e quindi rechino con se la massima verità.

Quando ho pensato di fare errori, di lasciar correre, il conto è stato davvero benevolo. Certo avrò leso qualcuno, la cosa non è secondaria, ma perlomeno ho salvaguardato me stesso. Se quindi, in amore, mi incaponisco nella rettitudine più costante non faccio feriti ma perdo le battaglie.

Ecco perchè potrei scomodare il termine maledizione, poichè io in assoluto sono destinato alla vittoria solo a scapito di qualcuno, non riesco mai a vincere con qualcuno. Vinco, lo faccio quasi sempre, ma le perdite sono sempre elevatissime. Senza sangue, senza lesioni io alla fine perdo. 

Quando vinco mi ritrovo soddisfatto ma un po’ crudele.

Sì perchè riflettendo la maledizione è propio questo, ottenere qualcosa scendendo a patti.

La follia allora servile si veste di nuovo con il suo abito sgargiantissimo ed appare sulla scena a reclamare la libbra di carne o a tendere un fiore al pubblico, ed io la assecondo e mi trovo nuovamente tra i vincitori, ma a quel punto non guardo indietro, mai, troverei la logica di tutto ma la contropartita sarebbe la conoscenza, ed a me questo non interessa, poichè conosco la mia maledizone e forse finirei per non cadere in piedi come sempre.

Queste poche parole di stasera ovviamente hanno un destinatario, no, non sono io, ovviamente.

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la vita è bizzarra.

scritto da Sanfedista il 26 maggio 2008,18:26

Se me lo avessero detto io non ci avrei mai pensato. Non lo dico come si dice per circostanza.

Io credevo che le cose piano piano tendessero al meglio, credevo che la vicinanza avrebbe reso noi un po’ più forti, che i nostri caratteri si sarebbero cercati un po’ di più, ed avessimo costruito un giorno fatto di piccole abitudini, di piccoli riti.

Ti ho conosciuta, e mi sei piaciuta, ed ho la tracotanza di pensare che fossi l’uomo adatto a te, perchè con un po’ di cinismo ed un po’ di ironia parlavo al futuro e energicamente vivevo quello che provavo.

Io non ho storicamente rimpianti, stupori si, e credo che sia una peccato non avermi conosciuto meglio.

Bene, il cinismo evidentemente paga.

Quando si è senza parole bisogna tacere.

"Una finta sul ring".

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consiglio del giorno.

scritto da Sanfedista il 16 maggio 2008,10:09
Non tornare mai dove si è stati felici.
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…semplicemente fiori…

scritto da Sanfedista il 15 maggio 2008,16:53

I fiori sono regali agonizzanti. Questo mi ha detto un po’ di tempo fa un persona speciale. E t’avvedi che la bellezza che alcuni colgono, per altri è solo sadismo impacchettato.

Io non ho maturata un’opinione ma non avendo roseto temo che per me l’unica salvezza sia commettere omicidio per trarre bellezza.