Che poi ci attrae di più una porta socchiusa che una spalancata, è questo il piccolo dramma dell’Italia, ci eccitiamo più guardando dal buco che affondando le mani nelle grazie.
Se Berlusconi avesse candidamente dichiarato l’illegittimità di una figlia o l’amore satirico, dopo la prima settimana l’italiano avrebbe dimenticato e all’inizio avrebbe sghignazzato ma difficilmente si sarebbe sconvolto. Mentre la porta socchiusa ci eccita così tanto che per prolungare il piacere ci diamo alla dietrologia, noi ne siamo i maestri…
Non ho paura delle parole dei violenti ma del silenzio degli onesti. Diceva il King negro.
Io ho paura del silenzio degli ultimi, perchè sarà il gracchio maggiore.
Non mi riferisco agli ultimi della Bibbia, intendo quelli che più genericamente e prosaicamente vengono etichettati come sfigati. Quel sublime stato mentale di rabbioso escluso, sorridente ma livoroso. Non mi riferisco a chi tenta e fallisce, loro hanno il mio amore decadente, mi riferisco a chi non tenta nemmeno.
Sono loro che quando cadrai rideranno di te e lo faranno a voce alta così da far accorrere anche gli altri.
Se il successo è il foulard primaverile annodato intorno l’esistenza, la rabbia dei falliti è la mano che stringerà -prima o poi- troppo quel foulard. La rivalsa del fallito è rabbia primordiale unita a volontà di sopravvivenza sopita. E’ la goccia di piacere puro derivato da avversità altrui, goduto da persone che non godendo di gioie proprie si giovano di sfortune altrui.
Il mondo, amici miei, è dei falliti, di coloro che non puntano al casinò, di coloro che non azzardano mai, di coloro che difendono strenuamente una causa finchè non s’imbattono nella prima persona contraria ed allora lasciano perdere ed ingrigiti s’omologano. I falliti veri non tentano e falliscono, falliscono pur di non tentare.
Il mondo è loro, perchè se il successo dura un secondo, il fallimento abulico è una condizione permanente sulla quale costruire solidamente un’esistenza.
Sul fallimento si può tranquillamente programmare l’arrivo il secondo dopo quello che ti consente di capire in che parte vi sia maggior convenienza.
Il mondo è "Maramaldo" che sguainò la spada per colpire un moribondo e sfogare la sua rabbia nella maniera più letale.
"Il mio amore è morto andate al suo letto di morte, tutti sotto il salice piangente"
Probabilmente della genialità aveva solo l’età in cui si espresse. Poeta e plagiatore di poesia medievale, dedicò la sua brevissima esistenza all’arte.
E’ stato un piccolissimo tratto di matita nella letteratura mondiale, ed ora la sua memoria sta scomparendo.
Divenne il Nume tutelare dei geni incompresi e misconosciuti e per questo assurse a icona dei romantici prima e dei decadenti poi.
La sua morte non fu naturale e per questo ancora più fascinosa, si tolse la vita avvelenandosi con arsenico per non patire fame.
Oggi la sua figura dovrebbe essere ben chiara invece, perchè potrebbe essere esempio per chi costringe ad un certo tipo d’arte giovani, spettacolarizzando la loro formazione. La tv ne è piena.
L’oblio gli è stato serrato intorno dalla scomparsa dei suoi difensori, che scomparendo spensero la luce anche sui miti di cui vivevano. Alla morte del romanticismo solo un ricordo poteva resistere ed era quello per i romantici stessi, non v’era spazio per chi li aveva inebriati.
Il quadro rappresenta la morte di Chatteron è di Wallis ed è del 1856. Rileggere le sue opere ci consente di entrare in un ristrettissimo circolo e magari trasognare al rezzo aprilino, lasciando i pensieri vagare oltre i capelli sino al tardo raggio di sole che accativa l’ultima plaga salva dal buio.
…ormai abbiamo miti nuovi, nuovi traguardi, qualche anno fa eravamo felici se riuscivamo a far fare al sofficino il sorriso…tra un po’ nemmeno le applicazionidell’i-phone ci basteranno…dove arriveremo?
E’ più simpatico diciamolo. Non credo che sia stato offensivo o razzista, non stavolta. Ha semplicemente detto con quella faccia un po’ così, metà Clooney metà Kabhir Bedi, che gli Israeliani sono razzisti! E che novità sarebbe? Non capisco chi con sdegno ha abbandonato l’aula, Italia compresa. Mi hanno ricordato quando, giovanissimo, io ed alcuni amici che ci coalizzavamo, giocando a risiko, contro un altro, per l’infantile piacere di vederlo arrabbiare, alla prima sua vittoria in battaglia cominciavamo ad attaccarlo tutti senza senso, fino ad abbandonare immotivatamente la partita.
Questo mi hanno ricordato ieri i politici occidentali, quelli che per partito preso devono essere in disaccordo con l’Iran e alla prima constatazione alzano le mani e se ne vanno.
Entrando nel merito della questione, il leader Iraniano ha pur ragione, Israele è uno stato razzista e teocratico e questo non si può discutere. Basti pensare che è uno stato talmente teocratico che ha nella bandiera il simbolo della religione (come gli stati islamici) e concede cittadinanza a chi dimostri di essere di religione ebraica, un po’ come il certificato di razza ariana per l’ingresso nelle SS.
Certo l’Iran pure non è la patria del pluralismo, l’Iran nemmeno mi sembra il sogno attualizzato di Voltaire, dico un posto dove l’adulterio è reato capitale ha poca credibilità in un consesso internazionale, eppure se ci piace l’autodeterminazione wilsoniana, dovremmo dire che ognuno ha chi si merita e nessuno dovrebbe immischiarsi, però così non può essere per savriate ragioni ed allora dobbiamo scegliere il male minore per simpatizzare.
Io che in politica estera mi faccio guidare dalla irrazionale prima impressione, mi affido al sorriso sornione di Ahmadinejad, non so, lo preferisco, mi sembra meno paranoico di quelle faccie israeliane, più sul genere "folle consapevole", responsabile, che è sempre meglio che "folle con i missili gentilmenti offerti dagli altri", come Israele che sa che tanto qualsiasi cosa mamma USA paga, e magari pure zia Europa -visti i comportamenti- qualcosa dal borsello lo tira fuori.
Il mio amico del Risiko? No, non è diventato come Ahmadinejad: è un pacifico domatore di gatti, lievemente di sinistra ed alle volte troppo pigro e razionale, valutazioni affettive (massime) le evito per non lambire l’omoerotismo -Dio solo sa quanto ne sono lontano- ma il mio amico, una frase sulla questione mediorientale me l’ha fatta entrare in testa, un giorno mi fa:
"Hai presente Alien?"
"Si"
"Hai presente quando danno l’ordine di alzarsi in volo e nuclearizzare?"
"Non ricordo esattamente ma mi fido"
"Bene, per me questa dovrebbe essere la soluzione per il Medioriente, nuclearizzare tutto, senza distinzione"
Giuro non avevo voglia oggi di mettere un mezzo di trasporto all’interno del blog in un post. Qualcuno pure mi starà incominciando a dire:"che due coglioni" se non parli di bus e metro non sei contento? E i treni? pure con quelli ci hai rotto…
Che vi devo dire?
TELEGRAFICO:
Bus Grigio, Io vestito di chiaro, Fermata Gialla con pensilina Verde e pubblicità CEPU Azzurra, porte Nere, scalini Grigi, ragazza Scurissima (Oro-Bronzo), sorriso Bianco, Camicia Bianca, occhi grandi e Colorati.
Nemmeno un profumo, neppure un contatto, neanche un rumore.
Ed il colore della pelle che le cinge l’osso che spunta sotto l’addome dal bacino, quel lembo di pelle colora di un colore che amo, in ogni stagione e con cui vorrei dipingerci il mondo e con esso anche io.
Cinico Giurista e Critico Letterario su un quotidiano. Felice guidatore di una automobile cabriolet, amante del teatro e del cinema, di Gozzano e Marinetti. Amante di Se stesso. Informatore sofisticato per lettori privilegiati.
odi et amo
Odio : La volgarità
Amo : Sigarette francesi, gauloises.
Accendere le stesse con un accendino di metallo o con un fiammifero, adoro il rumore del fiammifero e il suo profumo.
Salmone scozzese, lo preferisco molto al norvegese.
Whiskey irlandese di marca Jameson.
Sigari di dimensioni “petit corona” marca Montecristo.
Ascoltare musica brasiliana.
Luci soffuse e penombra per riflettere di sera.
Non abbassare mai le persiane andando a dormire, amo risvegliarmi col sole.
Collezionare piccole cose di cattivo gusto, trarne la bellezza.
La velocità, le automobili inglesi, o le classiche sportive italiane, comunque automobili che mi diano risposta pronta nel momento in cui pigio l’acceleratore.
Sentire vecchie canzoni italiane e i Queen.
Amo anche la musica trash.
Indossare la cravatta, il cappotto lungo o un pullover a collo alto.
Amo l’inverno, ma da un po’ sto iniziando ad apprezzare anche l’estate.
Amo le suonerie dei cellulari tradizionali.
Guanti di nappa nera, con cachemire all’interno.
Ascoltare musica in auto e viaggiare di notte.
Un buon vino rosso siciliano.
Il panettone con l’uvetta e senza canditi.
Mi piace riflettere e osservare gli uomini.
Amo le donne che parlano a bassa voce.
Amo le donne che hanno qualcosa da dire.
Il sassofono ed il piano sono i miei strumenti preferiti, mi piace Chopin.
Non credo nella democrazia.
Amo il decadentismo e il futurismo.
Amo essere confuso.
Preferisco i soggetti alle nature morte.
Il latte intero.
L’acqua e le fontane.
Bere alle fontanelle.
Leggere giornali non schierati politicamente.
le persone dolci e propense all’ascoltare.
Il gelato al pistacchio della gelateria “Otranto”.
Il motorino in città, anche con la pioggia.
La pioggia.
Le parole francesi, tipo “boudoir”.
David Lynch, Kubrick.
Un buon film al cinema.
La parmigiana di melanzane.
Le ostriche al “grand caffe le cappucin”a Parigi.
Il lenzuolo nuovo dopo la doccia.
I massaggi.
Il papillon ben annodato alla prima del S.Carlo.
Affondare i piedi nella sabbia tiepida.
Una doccia dopo il mare.
Le persone che ti guardano negli occhi quando ti parlano.
Muovere la mano in maniera mai brusca.
Andare a letto quando tutti sono gia a letto.
Fare scali tecnici mentre si vola.
Affondare nelle poltrone della buisness class.
Lo skyline di Pudong visto dal bund di Shanghai.
Las Vegas a mezzanotte mentre la fontana del Bellagio esplode con la musica di Gene Kelly.
Il caldo secco della Savana in Tanzania, la polvere che ti sporca e la piscina del Plantation Lodge che ti aspetta a mezz'ora di Jeep.
Concedersi un riposino pomeridiano estivo in Hyde Park a Londra.
Il cielo della Scozia sempre così imprevedibile.
Un tramonto su ponte Carlo a Praga.
Il corno d'oro di Istanbul, all'alba alle 6.00, ma visto dal mare.
Amsterdam e la sua leggerezza, Barcellona e la sua lievezza.
Il suk di Marrakech, dove sei sicuro di aver fatto l'affare della tua vita ma poi vai in Tunisia e ti senti un idiota, arrivi in Egitto e pensi che non ti è andata poi così male.
Il Sahara, maledetto...
Il golfo di Napoli al tramonto, così conosciuto ma così tremendamente inatteso.
Un’uscita in barca nell’Auraki Goulf ad Auckland in Nuova Zelanda.
Aggiustare i capelli sopra l’orecchio alla ragazza a cui voglio bene.
Un bicchiere di mirto sul balcone quando tira vento e il tempo minaccia pioggia.
Un cappello a falde larghe.
La camicia sempre e comunque, anche sul costume da bagno, bianca, azzurra oppure a righine. D'obbligo le iniziali.
La mia coscienza : Fiera
La mia sorte : comunque certa