Non riesco proprio ad avere un viaggio in treno normale.
"Vuole che l’aiuti con la valigia?"
"No grazie, faccio da solo".
"Ne è proprio sicuro?".
"Certo, la ringrazio ma è leggera e faccio da solo".
Intanto salgono altre persone e lui continua ad offrire il suo aiuto. Penso ad un boyscout fuori tempo massimo, magari un qualche veterano dello scoutismo, uno di quelli che prese nel cervello una scheggia di olmo nella tragedia del campo scout "Varegotti ’79". S’acquieta. Il tempo trascorre ed il treno accelera. Lo vedo che fissa sorridente la sua immagine nel finestrino che il buio a mutato a specchio. Leggo il mio libro.
"Vuole vedere il mio biglietto?"
"Certo!" faccio io pregustando una qualche assurdità.
"Eccolo, è tutto in regola. Il mio è un biglietto valido. Non bisogna obliterarlo questo. Ora che arriva il controllore non avrò nulla da temere, chissà quando arriva".
"Bene, mi sembra che lei abbia pieno diritto di sedere su questo treno in questo posto".
"Certo, il biglietto è per Roma ed io non avrò nulla da temere quando arriverà il controllore".
"No, non avrà nulla da temere, è in una posizione di diritto inoppugnabile, nessuno potrebbe eccepirle nulla".
Il treno continua instancabile, vedo il controllore arrivare, lui seduto accanto a me prepara il suo biglietto, ormai stropicciato da tante attenzioni. Lo porge trionfante. Io do il codice di prenotazione, faccio i biglietti on line.
"Ha visto? Il controllore non ha detto nulla"
"Ho visto, complimenti una procedura andata a buon fine!"
"Lei dove scende?"
"A Roma, lei anche mi pare, no?"
"Esatto! Vado a stare da mio cugino che è un pezzo grosso nel settore del vivaismo, coltiva tutti i tipi di piante". Io penso che la lezione dell’olmo non gli sia servita a nulla, perde il pelo… Continua a dedicarsi alle piante, tipo arborea sindrome di Stoccolma, o del genere tieniti vicini gli amici ma tieniti ancora più vicini i nemici. Sorrido.
Il treno arriva in stazione e io mi crocifiggo per la mia pigrizia, avrei potuto sfruttare meglio quest’occasione.
"Allora arrivederci"
"Arrivederci a lei e buona fortuna per il lavoro"
"Si dice in bocca a lupo"
"In bocca al lupo, allora"
"Viva il lupo!"
Maledetti scout.
superati i settanta le scelte che si possono fare si riassumono a due: mogano o rovere.
Mi dispiace ma non si torna indietro, solo i cretini cambiano facilmente opinione ed allora la coerenza in questo caso è onore. Una promessa è una promessa anche se tutte le condizioni non ci sono più, anche se nel futuro non sarà mai più. Ma io ci sono sempre, come un ronzio sempre più lontano, ma persistente, come un bagliore in un mattino di sole, impalpabile. Forse ora più che mai.
Siamo ad un bivio e l’intolleranza è l’unica soluzione, l’unica selezione può essere basata sulla stirpe, perchè il resto è troppo congetturale ed il mondo ora ha bisogno di semplicità, di riconoscibilità, c’è ignoranza in giro e va alimentata con altissimi concetti già metabolizzati per tutti. Il mondo ha bisogno di rassicurarsi mettendo nell’urna la scheda bianca.
Per me solo rami legati insieme ed il bagliore di scure su un lato.
Chi lo mangia il mon cherì?
Ma chi lo compra? Chi? Ma di che sa davvero il mon cherì?