Il Sanfedista, cinismo ed arti liberali.
scritto da Sanfedista il 1 luglio 2010,23:45
Proporrei per il bene del paese un governo così composto:
QUADRUMVIRATO: Piero Angela (Primus inter pares), Danilo Mainardi, Paco Lanciano e il prof.Cannella.
Ministro Degli Interni: Frank Di Maio
Ministro della Giustizia: Rita Dalla Chiesa
Ministro delle Attività Produttive: Giovanni Rana
Ministro Dell'Agricoltura: Luca Sardella e Janira
Ministro degli Esteri: L'Arco di Costantino in Roma
Ministro del Bilancio: Toto Naldi
Ministro per la deregulation: Scoto Eriugena
Ministro per l'abbandono dei cani: Lee Van Cleef
Ministro per i beni culturali: il ministero seguirà semplicemente la programmazione di Porta a Porta Estate e TG2 Costume e Società …E state con noi…
Ministro per le infrastrutture: Gino Strada
Ministro della Salute: Philip Morris
Ministro delle politiche giovanili e sociali: interim quadrumvirato
Ministero della Difesa: Pietro Beretta e una cordata di imprenditori tra cui Danone
Ministro per stalking: Tele 2
Ministro dell'innovazione tecnologica: 892424
Ministro pari opportunità: Cloris la Zingara, adeguatamente resa handiccappata
Ministro Jolly: Jocelyn Hattab
scritto da Sanfedista il ,00:10
A me è dispiaciuto. Era di provincia e stava con una delle più belle donne d'Italia, lo apprezzavo per tutto quello che stava in mezzo alle precedenti due constatazioni. Il come. Infondo il come è sempre la cosa più interessante. Il quando sono i preliminari della curiosità, rapidamente perdono d'interesse. Il perchè può non essere chiaro, può essere del tutto secondario. Il come invece non ti delude mai. Le persone intelligenti, quelle davvero intelligenti, non si domandano il perchè, ma il come. Come sono finito qui? Come è potuto succedere? Come posso fare? Come mai condivido la mia vita con questa persona?
I perchè sono le vie dell'intelletto, i "come" del fisico. Inteso come meccanismo fisico. Passi – uno dietro l'altro – che ci hanno materialmente condotti ad una data cosa.
Come ho fatto a trovarmi solo di notte su questa strada buia? Non ho controllato la spia della benzina.
Perchè l'ho fatto? Perchè sono sbadato. E' sti cazzi. Riflettere sull'essenza del tuo animo non ti salverà dal camion che procede con i fari spenti radente la carreggiata.
La risposta del come è quindi immediata: controlla la spia della benzina prima di metterti alla guida, perchè quando sarai in una strada buia con la macchina a secco riflettere sulla tua essenza non contribuirà a salvarla.
Quando non riusciamo a venire fuori da una situazione riflettiamo attentamente ai passaggi fisici che ci hanno condotto dove siamo. Giorno, dopo giorno. Alle volte sono molto più banali di come li descriverebbero i perchè.
"Ero a cena fuori, lei mi ha corteggiato, io ci sono stato, abbiamo scopato, poi ci siamo risentiti e poi abbiamo scopato di nuovo e ora sono sei anni, però lei ha conosciuto un altro e se lo scopa". Visto con la lente del come.
"Ero stressato, lei mi apparve come un'ancora di salvezza, si mostrava interessata a me. Abbiamo fatto l'amore, poi il natale successivo da lei al lago mi regalò quel pullover che oggi non riesco più a rimettere, pensando che forse lo ha regalato anche all'altro". Visto col perchè.
Taricone ci mancherà, davvero; guardandolo era l'inno del come perchè se ti soffermavi sui perchè rischiavi d'impazzire.
Per la cronaca la notte è rovente. Estate.
scritto da Sanfedista il 23 giugno 2010,23:26
dodici sigarette
una appena alzato per svegliare i bronchi
un'altra dopo il caffè che non bevo
una prima di scendere, guardandomi allo specchio in giacca e cravatta
mezza aspettando il taxi, che arriva in anticipo
di fretta un'altra aspettando i giornalisti
è finito l'evento, l'ansa è uscita. cerco l'accendino ma ho lasciato il pacchetto al collega me ne offrono una.
a pranzo
dopo pranzo
appena finisco di lavorare
a casa appena arrivo
mentre qualcuno cucina
dopo cena mentre scrivo
Queste quelle di cui ho memoria, le altre avvengono di notte. Di notte non conto, di notte non mi cimento in nulla di complesso, nulla che sia più difficile che fumare, scrivere, dormire e amare quando si può. la sola idea di un'addizione notturna mi sembra peccaminosa, conturbante, contraria ad ogni convenzione morale che la notte impone con le sue regole intransigenti. Sono un conformista e la notte mi piace per questo.
scritto da Sanfedista il 15 giugno 2010,22:24
Poca Luce In Tanto Spazio
scritto da Sanfedista il 9 giugno 2010,19:46
Quando prendi il primo cioccolatino e speri sia fondente, invece è al latte, allora riprovi, di nuovo al latte, il terzo finalmente è fondente. Ormai però non è che avevi più tanta voglia, lo mangi malvolentieri. Ti alzi saluti tutti e te ne vai incupito. C'è un vuoto insaziabile, domani non è oggi e anche il fondente sarà diverso.
scritto da Sanfedista il 7 giugno 2010,22:54
I vecchi escono dalle fermate del bus come i topi dai tombini
scritto da Sanfedista il 31 maggio 2010,22:22
Sono senza tv è uno dei rarissimi momenti in cui questo può accadere. Io praticamente dipendo dalla tv. Ed allora luce spenta, sigaretta in mano, zampirone che illumina un po' il centro della stanza come un camino quasi estinto e canzone, sempre la stessa, in sottofondo. Mi ricordo di altre notti così, sempre a Roma, io napoletano in viaggio. Due estati fa esatte. Zanzare che neanche gli elicotteri a Saigon. Quello spirito pionieristico che anima noi bravi ragazzi alle prese con i primi bilanci.
Mi sembra giusto fare un piccolo bilancio i cui passaggi terrò per me, gli esiti però sostanzialmente sono positivi. Certo qualche piccolo correttivo, qualche revisione sul campo, ma mai un passo indietro. Non per cocciutaggine, io non lo sono, ma per cristallina convinzione. Ed allora l'unica cosa che non è cambiata è forse l'unica cosa di cui non sono soddisfatto, è giunto il momento di comprare l'auto nuova, anche se questo mi costringerà a modificare il profilo sul blog, che comunque andrebbe più ampiamente rivisto.
Sono un giurista ormai solo per studi e forse per quel po'di forma mentis che mi ha lasciato l'università. Cinico però resto, sempre prima con me stesso poi con gli altri. Viaggio un po'meno, quello sì, anche se questa estate abbiamo un programma. Prima plurale, ed allora sorrido. La bilancia sbatte violenta ed i pesi cadono sull'altro piatto. Fanculo Ruggeri, accendo la play.
scritto da Sanfedista il 30 maggio 2010,22:56
A metà spettacolo c'era il numero della carta intrappolata. Con la mano destra tirò sù la manica sinistra e con la sinistra si sbottonò il polsino destro. Ampio respiro, base musicale con rullo di tamburi. Scelse accuratamente lo spettatore dalla sala, sulla mezza età con una camicia troppo larga e la cravatta un po'slacciata. Con passo esitante l'uomo raggiunse il palco. Dopo il classico discorso iniziale sulla telepatia e la battuta sul sushi spiegò il gioco. Una carta scelta dall'inconsapevole astante riappariva sotto il suo piatto al tavolo. Un giochino semplice semplice con finto mescolamento e baro compare.
"La carta scelta è il Jack di picche! La mostri al pubblico, ed ora chiedo la cortesia di sollevare il piatto dove era seduto il signore, che carta c'è?". SILENZIO
"Il Jack di picche! Nulla sfugge alla trappola della telepatia".
Al signore le coronarie non ressero, temeva che il mago fosse entrato nella sua testa ed avesse scoperto il suo segreto inconfessabile. Crepò senza un lamento. Semplicemente stecchito s'accasciò sulle assi. Fu trascinato fuori come un maiale. Il mago rassicurò tutti e disse, mentendo, che l'uomo stava benissimo. La moglie terrorizzata fu condotta fuori da due grossi uomini.
Il mago al termine della serata sbagliò il numero della pistola assassina, mai come in quel caso il nome fu azzeccato. Un calibro 5,56 Nato piazzato nel bel mezzo della mitralica. Sangue ovunque, donne che svenivano e bambini che urlavano eccitati. Troppa distrazione per il mago, quello che aveva visto nella testa dell'uomo era davvero terribile.
Sul palco salì un senatore che stava con famiglia allo spettacolo, che con parole ferme cercò di tranquillizzare il pubblico, invitandolo ad uscire ordinatamente.
Quando cade l'acrobata fanno entrare i pagliacci, si disse il vecchio macchinista che tirò giù il sipario e si accese una sigaretta.
scritto da Sanfedista il 27 maggio 2010,14:43
Eppure anche le cose più orride conservano in se un attimo d'incanto. Non sottovalutatelo mai.
scritto da Sanfedista il 25 maggio 2010,13:09
σοφροσύνη
Altrimenti è la buona volta che lascio il Paese.