Ieri sera

scritto da sanfedista il 18 aprile 2011,12:00

A trovare non ci vuole nulla è a perdere che è difficile, in tutti i sensi.

Io, un amico e circa altri 60 mila napoletani ieri non sapendo che fare abbiamo deciso di investire parte delle nostre risorse andando allo stadio. Abbiamo visto infranta un’epica condivisa illusione. Ora l’illusione non è come il dolore, che se è diviso è meglio sopportato, l’illusione per stessa definizione è l’istante prima della disillusione e la disillusione con più è condivisa più e cocente. Disilludersi da soli fa meno male che disilludersi in mille, diecimila o semplicemente in due.

La squadra stanca, il pubblico sorrideva amaro non riconoscendosi più nella situazione, ci si guardava tra di noi aspettando un cenno che non arrivava, palle perse, gol mangiati, preludio alla tragedia sportiva. Sigarette infinite, silenzio, due reti prese e giù al tappeto, silenzio, silenzio e applauso finale da chi ha dato tutto quello che poteva da chi semplicemente “non doveva finire così” ma tant’è…

La colonna sonora di Bill Conti di seguito è perfetta, si divide esattamente in tre parti: illusione, disillusione e speranza.


 

 

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frase del giorno

scritto da sanfedista il 14 aprile 2011,22:09

Quando decidi di ribaltare il tavolo togli sempre il servizio buono, potresti decidere di riutilizzarlo.

L’importanza della “o”

scritto da sanfedista il 11 aprile 2011,19:59

“O” è l’ultima lettera di Addio. Che poi noi italiani abbiamo un cattivo rapporto con addio. Gli spagnoli e i francesi no. Sarà che siamo figli del teatro, sarà che per noi l’addio è un “a mai più”, nel bene o nel male. Può essere sussurrato o urlato con rabbia sbattendo una porta. La sostanza non cambia. Magari cambiamo noi. L’addio infatti acquisisce un certo senso passato un po’di tempo. Quella semplice parola si rafforza con lo scorrere dei giorni e degli anni. Il tempo trascorso darà valore all’ultima lettera della parola. La “o”. L’ultima emissione che noi vorremmo rivolgere a qualcuno da cui ci vogliamo o dobbiamo separare. Le cause poi potrebbero essere infinite, ma oggi non ci riguardano. Ci fantasticheremo poi, ce ne convinceremo, o ce ne danneremo. Gli “eppure”, i “magari”, gli “un giorno”, i “forse poi”, sono tutti corollari alla “o”. Rimpianti e rimorsi, ricordi, rabbie, ripensamenti… le “r” figlie della “o”. Tonda e per questo finita, fosse una “l” di lontananza o di “lasciarsi” sarebbe tutto diverso, la “l” tende infatti in quanto linea immaginaria non chiude un bel nulla. La “o” di addio invece si porta dietro, girando su se stessa, un piccolo mondo. Un cosmo di cose finite, messe in un cassetto e chiuse.


 

Frase del giorno

scritto da sanfedista il 5 aprile 2011,23:12

Il creato può tranquillamente essere diviso tra oggetti discretamente interessanti ed oggetti repellenti.

piccole commozioni (forse anche cerebrali)

scritto da sanfedista il 29 marzo 2011,22:00

Rivendico il sacrosanto diritto alla commozione anche per gli uomini. Stasera danno il film “uno sceriffo extraterrestre”. Ero un bambino. Il nonno era vivo. Io il sabato dormivo sempre dai nonni. Rimanevo la sera a guardare la tv con la nonna, in quel museo che è il soggiorno di quella casa, e si vedevano sempre i film di Bud Spencer, in particolare il mio preferito era questo “lo sceriffo” lo guardavo e ridevo come un matto, il giorno dopo ripetevo le battute. Fu anche la prima volta che mi commossi per un film, nella scena che seguirà, per l’esattezza.

La nonna era paziente. Stasera l’ho chiamata, vivo a Roma, ho quasi 30 anni e lei 85, ci sente meno ma ricorda ancora…le ho ricordato del film e mi sono un po’ commosso. Per il film e per il passare degli anni, che me la fanno ritrovare anziana, un po’ curva, sempre lucidissima e alle volte ancora cinica. Con i suoi bilanci, come tutti noi, con i suoi errori, e con la mia immensa rabbia di non poter tornare indietro anche solo per una sera, per un film. Magari sapendo che il nonno dorme nella stanza accanto. Si sveglierà a mezzanotte, colpa dell’insonnia figlia della campagna d’Albania o d’Africa, si alzerà, berrà un generoso bicchiere di whisky – la sua medicina – e brucerà un intero pacchetto di sigarette “bis”, io ricordo gouloises, davanti alla tv. Magari tornerà in stanza e ricomincerà a scrivere, con il rumore della sua macchina che invaderà l’immensa casa buia, e che mi farà dormire tranquillo.

Potenza del cinema, immensa potenza di questo strumento. La domenica mattina a entrare in quel salone solo odore di sigaretta e un televisore spento. Sono contento di portare avanti le tradizioni.

 

 

I dadi

scritto da sanfedista il 27 marzo 2011,19:26

riprendo in mano il dado
lo tiro su dal sei
lo tengo stretto e scivola
sapone ma in pugno è cenere

scorre sul panno verde 
con occhi sgranati e stupidi, 
la folla mormora “è lei”
e io sorrido e cado:
rivedo il sei

per un secondo fioco
balugina in  mente il tre
la sorte instabile claudica
fa caldo nella sala

tremo e temo l’uno
un quattro, un volo e gira
la folla beve e fuma
e il dado si consuma, la luce si muta in pira

una mano tra i capelli
la sento e ritrovo il sei
ma poi rivedo l’uno, ancora l’uno
la mano scorre, fuori fa quasi buio

rallenta il giro,
silenzio, s’arrestano le macchine 
anche i profumi evaporano
i pensieri la sentono e s’aprono

socchiudo un poco gli occhi
ma cosa resta sul tavolo?
la sua mano ferma il dado
lo nasconde e lo guarda solo lei

poi con la voce al mio orecchio:
il tempo s’allunga in linea,
il cuore che in petto rotola…

“il sette l’impossibile!”
annunzia

 

 

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Una lettura rivelatrice

scritto da sanfedista il 24 marzo 2011,16:59

Se stai pensando di chiedere informazioni a un fantasma, assicurati di sapere come mandarlo via quando avrai finito di spremerlo. Se stai considerando di fare un viaggio nel passato alla ricerca di conforto o ispirazione, semina briciole sul tuo cammino in modo da poter trovare la strada per tornare al presente quando sarà il momento. Hai capito cosa voglio dire? Attingere ai vecchi tempi e ai vecchi modi va benissimo, ma cerca di non perderti e di non restarci impigliato.

 


 


rivoluzione

scritto da sanfedista il ,00:31

¡Viva la Revolución

Vive la Révolution

Es lebe die Revolution

Long live the Revolution

Да здравствует революция

תחי המהפכה

革命万岁

ロングは革命を生きる

Viv Revolisyon an

Vivat Revolution (in latino)

 

…ma sopratutto viva la rivoluzione, qual essa sia…non sarebbe catartico, scendere per le strade, le calli, le rue, in piazza ed urlarlo. Abbiamo bisogno di rivoluzioni, siamo stufi delle evoluzioni. E’ un urlo che da troppo tempo abbiamo strozzato in gola, ci sta impedendo di respirare. Ed ognuno si appiglia quindi a mini rivoluzioni. Calcistiche, separatistiche, positivistiche, irrazionali, traditrici. Ecco qual è la nostra perversione, qui incomincia e finisce tutto quello che abbiamo. Un orgasmo strozzato e ci cambiamo la macchina, compriamo ipad, perchè tanto la vita non ha un peso e l’unica cosa che ha un prezzo sono i soldi. Rivoluzione, fiamme. Tiriamo su una teocrazia. Un’oligarchia dei sapienti o degli ignobili. Fateci assaggiare la fame, sparateci contro. Non ci fate ammazzare dal colesterolo. Stiamo lentamente regredendo a larve. Obesi o anoressici. Moriamo perchè ci odiamo, perché le nostre pulsioni sono singole. Necessitiamo invece di un’unica pulsione soggettiva che ci accomuni tutti. L’individualismo ci ha regalato lo yoga e i cereali alla crusca, le sigarette al mentolo e i parti con le epidurali, in acqua magari.

Assumiamo troppo calcio e poco piombo. Troppo burro e pochi cannoni. Troppe canne e nessuno pesca più. Tra poco anche il traduttore di google parlerà al posto nostro, lo stesso che mi ha fatto scrivere in creolo haitiano “viv revolisyon an”, mi ucciderà sotto il peso della mancanza di sinonimi. Tutto il mondo prima o poi crederà di poter scrivere in italiano grazie a google, e “sera” sarà per sempre “sera”, non più tramonto, imbrunire, crepuscolo, vespro…solo sera. Rivisto, approvato e masticato da google. Prendiamo un fucile e sfogliamo le cose, non le digitiamo. Se mi fa schifo una pagina che ho letto o che ho scritto, non la strappo più, non posso più farlo. La cancello. Non è la stessa cosa. Appallottolare e cercare di centrare un cestino è diverso da schiacciare un tasto con una freccia rivolta a sinistra.

Trovatemi “scaricare” sul Novissimo Melzi, statene certi che il vostro orizzonte, la vostra conoscenza, dopo aver letto il lemma sarà più ampia, anche se il dizionario non farà alcun riferimento al download, che tra parentesi, word non mi segna nemmeno più come errore, eppure la lingua impostata è l’italiano. Rivoluzione.

 

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addio al celibato

scritto da sanfedista il 23 marzo 2011,16:43
Sto preparando il mio primo addio al celibato. Si sposa un amico storico, uno di quelli buoni. …e penso…

Row, row, row your boat, Gently down the stream. Merrily, merrily, merrily, merrily, Life is but a dream.

  

Frase del Giorno

scritto da sanfedista il 22 marzo 2011,08:42
Il dandy deve stupire ma mai spiazzare.