Stamattina mi piacerebbe andare a pesca. L’ultima volta che sono andato a pesca avevo 7 anni, un po’ fuori dal porto di Paxos in Grecia. Trascorsi fermo con la canna in mano circa 3 ore, durante le quali le barche rientravano il porto, il sole più tenue ti dava gli ultimi brividi prima di scomparire, e i passanti si incuriosivano ad un bambino così calmo e determinato. Si avvicinavano a me e s’affacciavano a guardare sopra il secchiello che avevo riempito con acqua per accogliere eventuali pesci. Ce n’era solo uno. Uno scorfano, grosso, preso pochi minuti dopo aver gettato la lenza. La classica fortuna del pescatore inesperto. Non presi più nulla nelle due ore e 54 minuti che seguirono. Non fu propriamente una pesca miracolosa. Ogni tanto guardavo lo scorfano muoversi in quel po’ d’acqua. Era certamente più annoiato di me. Io seduto lì invece mi sentivo un po’ come Achab sulla tolda della Pequod. Su quegli scogli così scomodi mi sembrava di essere su una plancia. Con un po’ di vento, i fanali del porto e lo specchio più calmo per l’arrivare della sera, e quando giunse, ributtati il pesce in acqua e tornai a casa.
Quasi tutti i grandi napoletani dell’ultimo secolo sono morti a Roma:
Eduardo De Filippo, Totò, Sergio Bruni, Massimo Troisi, Giovanni Leone, Aldo Giuffrè, Renato Carosone, Pupella Maggio, Gigi Reder…ed altri che mi sfuggono. Io vorrei sottrarmi a questo destino. Mi piacerebbe un posto più esotico, non dico Hiva Oa, come il grande Paul, ma Rotorua non mi dispiacerebbe…Nato a Napoli, morto a Rotorua e quivi traslato, si perchè comunque la sepoltura vorrei tanto fosse Napoletana, come Totò, Carosone, Sergio Bruni, Massimo Troisi, Eduardo De Filippo…anche perchè forse non è tanto il posto dove crepi ma il posto dove desideri farti seppellire.
Tra poco qui ci sarà un delirio abbastanza ragionato, salgono i miei amici e ci apprestiamo a un addio al celibato Pulp. Week End a Roma tutti sotto lo stesso cielo.
“Quand nun ce stanno ‘e tramme na carrozza è sempe pronta n’ata a ll’angolo sta giá” Altro che sostitutivi notturni capitolini, noi napoletani si va in taxi…
Figlie di Zeus e Memoria, Esiodo nella sua Teogonia le descrisse chiaramente. Sono nove, numero più che simbolico.
Calliope, poesia epica e poesia lirica Clio, storia Erato, canto corale e poesia amorosa Euterpe, musica Melpomene, tragedia Polimnia, inni religiosi Talia, poesia gaia, poesia rustica e commedia Tersicore, danza Urania, astronomia e geometria.
Urania mai incontrata, nemmeno incidentalmente. Tersicore l’ho amata di un amore puro, pieno perchè non corrisposto. Clio, tipica ragazza bruttina, l’ho sempre corteggiata per utilizzarla al mio utile. Melpomene mi è stata madrina al battesimo è un privilegio di chi è nato nella mia città. Euterpe è stata la mia testimone, quella che mi conosce meglio perchè appuntava tutti i miei momenti cruciali. Polimnia m’ispira nella rabbia. Talia mi sveglia la mattina, al primo imbrunire scompare, va a dormire prima di me. Calliope sono gli occhi in cui vorrei specchiarmi. Erato è qui vicino a me, in quest’istante. La decima musa è l’imprevedibile che tutto intrica, che mescola le carte per trovare infinite complicazioni. Colei che tutti ispira, che col suo soffio da la vita alle altre nove.
Se la vita ti dà limoni tu fanne limonata ma se la vita ti dà cioccolatini non trasformarli in merda. Mica è facile…
Vi invito caldamente a sentire tutta la canzone che segue. E’ difficile ma è splendida, s’incattivisce verso metà, ascoltatela tutta anche se vorreste magari staccare prima. Il testo poi è davvero fantastico.
I wanted to change the world But I could not even change my underwear And when the shit got really really out of hand I had it all the way up to my hairline Which keeps receding like my self-confidence As if I ever had any of that stuff anyway I hope I didn’t destroy your celebration Or your Bar Mitzvah, birthday party or your Christmas You put me in this cage and threw away the key It was this ‘us and them’ shit that did me in You tell me that my life is based upon a lie I casually mention that I pissed in your coffee I hope you know that all I want from you is sex To be with someone that looks smashing in athletic wear And if your haircut isn’t right you’ll be dismissed Get your walking papers and you can leave now
Don’t know what to want from this world I really don’t know what to want from this world I don’t know what it is you wouldn’t want from me You have no right to want anything from me at all Why don’t you take it out on somebody else? Why don’t you tell somebody else that they’re selfish? Weepy coward and pathetic …
Who’s gonna be the one to save me from myself? You’d better bring a stun gun and perhaps a crowbar You’d better pack a lunch and get up really early And you should probably get down on your knees and pray It’s really fun to look embarrassed all the time Like you could never cut the mustard with the big boys I really don’t know who the fuck you think you are Can I please see your license and your registration?
Don’t know what to want from this world I really don’t know what to want from this world I don’t know what it is you wouldn’t want from me You have no right to want anything from me at all Why don’t you take it out on somebody else? Why don’t you tell somebody else that they’re selfish? Weepy coward and pathetic …
So Jesus hasn’t come in here to pick you up You’ll still be sitting here ten years from now You’re just a sucker but we’ll see who gets the last laugh Who knows, maybe you’ll be the next queen of Denmark
ai cercatori d’oro, ai funamboli senza filo e senza rete, ai capitani di lungo sorso, fenomeni da bar, fenomeni da baraccone, a chi pulisce poi il baraccone, ai maldestri ricettatori di gioielli rubati, ai cantanti senza voce e agli scrittori senza parole, a l’amica di mia nonna che mi offriva il Vov quando avevo 5 anni, a chi ha le sigarette ma non trova l’accendino, il contrario, ai contrari in genere, quelli per partito preso, ai cattivi partiti, ai pescatori di frodo, ai maniaci sentimentali, agli indecisi per vocazione, ai matematici, ai miei figli futuri per i quali scriverò racconti sbalorditivi, a chi si attarda su cose inutili poi esce e piove, ai vedovi – categoria in via d’estinzione-, a chi lotta per i panda ma poi sti panda che hanno mai fatto per loro, a chi ha gratitudine, ma sopratutto agli ingrati, ai bugiardi, quelli impenitenti, che non vogliono assoluzione, ai guidatori di vita in stato di ebbrezza, ai sigg. Martini & Rossi, inventori della notissima bevanda.
agli architetti che il giorno dell’inaugurazione comunque non gli tornano i conti, ai casellanti, alle voci della viacard, ai bip biiiip del telepass, a chi colleziona insuccessi in maniera ostinata, a chi brevetta deodoranti per ambienti, a chi ferra i cavalli, a chi vede un po’ di arte anche in una metro che fa ritardo, a chi non prende la metro perchè tanto prima o poi salta tutto, a chi è davvero coerente con gli altri e meno con se stesso, ai radicali con il prossimo ed indulgenti nei propri confronti, a chi inavvertitamente schiaccia il maiuscolo scrive le cose più belle della propria vita e poi cancella tutto non riuscendo poi a ripetere il miracolo, a chi non sapeva che c’era shift f3 per convertire tutto in minuscolo, a chi scrive in maiuscolo e poi non cancella, si capirà meglio, a chi è innamorato, a chi dice che è solo chimica, agli oltranzisti polemici, a chi non si accetta e poi un giorno filma il bigfoot, a chi ha idee fantastiche ma non riesce a descriverle, a chi prima o poi tanto doveva succedere, a chi imputa al tempo le soluzioni, ai catalogatori di nuvole, a chi a settant’anni scopre una passione, a chi dice a venti che ne ha abbastanza, al barista che con soddisfazione sa che è l’ultimo a chiudere in città, a chi guida i sostitutivi, alle riserve che in silenzio aspettano, a chi non aspetta e fa su un casino, a chi bacia quando non dovrebbe poi lei si gira e l’incanto si rompe, a lei che si gira, a chi aspetta con ansia il primo bacio, a chi il secondo, a chi il terzo e il quarto e così via…
a chi mette 4 puntini sospensivi, buonanotte ai romantici che parlano di luna come se fosse altro che un satellite della terra, a chi è lento anche nell’addormentarsi, a chi ragiona, scrive e strappa, a chi imbianca strutture portanti dei ponti in bianco, a chi attraversando un passaggio a livello pensa sempre che il treno sia li li per sbucare e la sbarra sia guasta, a chi vede 5 volte le previsioni del tempo e poi ne parla in ascensore, alle zanzare mie fedeli compagne, ai ragni acerrimi nemici delle zanzare e quindi miei, a chi mi vuole bene, a chi pensa che il mondo senza di me sarebbe un luogo comunque diverso, a me, a chi vendeva gli aquiloni sulla strada per Fondi, a chi si droga e sciupa la condizione senza scrivere nemmeno un rigo, agli sciatti, a chi si impegna nel confezionare con cura i pacchetti, a chi cerca di fregare il prossimo con tutto se stesso e ci riesce, buonanotte ai navigatori, ai poeti e ai santi che pregano per tutti noi…shhh… ‘notte
Voltarsi all’ultimo come Orfeo. Accidenti, per tanto così…non raggiunse la serenità eterna. Afferrò solo la felicità assoluta, pura, di un istante.
Scelta ardua…irrisolta.
A me piace pensare che Euridice avesse preso dalla madre, donna grassa e sempre più sgradevole con il passare degli anni, Orfeo quindi fece la scelta giusta, avrebbe rischiato altrimenti di maledire sua moglie a Zeus, quando alla soglia dei quaranta Euridice flaccida e sgarbata gli avesse porto per l’ennesima volta zuppa di barbabietole.
Cinico Giurista e Critico Letterario su un quotidiano. Felice guidatore di una automobile cabriolet, amante del teatro e del cinema, di Gozzano e Marinetti. Amante di Se stesso. Informatore sofisticato per lettori privilegiati.
odi et amo
Odio : La volgarità
Amo : Sigarette francesi, gauloises.
Accendere le stesse con un accendino di metallo o con un fiammifero, adoro il rumore del fiammifero e il suo profumo.
Salmone scozzese, lo preferisco molto al norvegese.
Whiskey irlandese di marca Jameson.
Sigari di dimensioni “petit corona” marca Montecristo.
Ascoltare musica brasiliana.
Luci soffuse e penombra per riflettere di sera.
Non abbassare mai le persiane andando a dormire, amo risvegliarmi col sole.
Collezionare piccole cose di cattivo gusto, trarne la bellezza.
La velocità, le automobili inglesi, o le classiche sportive italiane, comunque automobili che mi diano risposta pronta nel momento in cui pigio l’acceleratore.
Sentire vecchie canzoni italiane e i Queen.
Amo anche la musica trash.
Indossare la cravatta, il cappotto lungo o un pullover a collo alto.
Amo l’inverno, ma da un po’ sto iniziando ad apprezzare anche l’estate.
Amo le suonerie dei cellulari tradizionali.
Guanti di nappa nera, con cachemire all’interno.
Ascoltare musica in auto e viaggiare di notte.
Un buon vino rosso siciliano.
Il panettone con l’uvetta e senza canditi.
Mi piace riflettere e osservare gli uomini.
Amo le donne che parlano a bassa voce.
Amo le donne che hanno qualcosa da dire.
Il sassofono ed il piano sono i miei strumenti preferiti, mi piace Chopin.
Non credo nella democrazia.
Amo il decadentismo e il futurismo.
Amo essere confuso.
Preferisco i soggetti alle nature morte.
Il latte intero.
L’acqua e le fontane.
Bere alle fontanelle.
Leggere giornali non schierati politicamente.
le persone dolci e propense all’ascoltare.
Il gelato al pistacchio della gelateria “Otranto”.
Il motorino in città, anche con la pioggia.
La pioggia.
Le parole francesi, tipo “boudoir”.
David Lynch, Kubrick.
Un buon film al cinema.
La parmigiana di melanzane.
Le ostriche al “grand caffe le cappucin”a Parigi.
Il lenzuolo nuovo dopo la doccia.
I massaggi.
Il papillon ben annodato alla prima del S.Carlo.
Affondare i piedi nella sabbia tiepida.
Una doccia dopo il mare.
Le persone che ti guardano negli occhi quando ti parlano.
Muovere la mano in maniera mai brusca.
Andare a letto quando tutti sono gia a letto.
Fare scali tecnici mentre si vola.
Affondare nelle poltrone della buisness class.
Lo skyline di Pudong visto dal bund di Shanghai.
Las Vegas a mezzanotte mentre la fontana del Bellagio esplode con la musica di Gene Kelly.
Il caldo secco della Savana in Tanzania, la polvere che ti sporca e la piscina del Plantation Lodge che ti aspetta a mezz'ora di Jeep.
Concedersi un riposino pomeridiano estivo in Hyde Park a Londra.
Il cielo della Scozia sempre così imprevedibile.
Un tramonto su ponte Carlo a Praga.
Il corno d'oro di Istanbul, all'alba alle 6.00, ma visto dal mare.
Amsterdam e la sua leggerezza, Barcellona e la sua lievezza.
Il suk di Marrakech, dove sei sicuro di aver fatto l'affare della tua vita ma poi vai in Tunisia e ti senti un idiota, arrivi in Egitto e pensi che non ti è andata poi così male.
Il Sahara, maledetto...
Il golfo di Napoli al tramonto, così conosciuto ma così tremendamente inatteso.
Un’uscita in barca nell’Auraki Goulf ad Auckland in Nuova Zelanda.
Aggiustare i capelli sopra l’orecchio alla ragazza a cui voglio bene.
Un bicchiere di mirto sul balcone quando tira vento e il tempo minaccia pioggia.
Un cappello a falde larghe.
La camicia sempre e comunque, anche sul costume da bagno, bianca, azzurra oppure a righine. D'obbligo le iniziali.
La mia coscienza : Fiera
La mia sorte : comunque certa