Vorrei scriverlo in massimo 15 minuti. Se leggerete in data/orario di pubblicazione 00.15 sarò riuscito nel compito.
Da bambino, a scuola, quando un compito era davvero ben svolto, la maestra Luisa oltre ad attaccare una stellina dorata sul foglio ti dava una “lente di cioccolata”, anche nota come smarties. Ebbene, ne ho mangiate di cioccolate ma quella aveva un impareggiabile ed unico gusto di vittoria.
Penso che le persone, tendenzialmente, abbiano bisogno di circa 15 minuti di esotico al giorno. Esotico inteso come irraggiungibile e meraviglioso. Le persone, quelle che non hanno il coraggio di sterzare improvvisamente, ricercano nel loro quotidiano piccole dosi di follia controllata. La cocaina, un nuovo profumo al mango per ambienti, una tinta rosso fuoco per i capelli o anche solo modificare lievemente la solita ricetta per la crostata, aggiungendo vanillina. Le persone hanno bisogno di intravedere tra le pieghe del previsto una via inattesa. Una via che non vogliono davvero percorrere ma che da sola da senso alla solita via.
Sono 15 minuti di irrazionalità assolutamente controllata, preconfezionata e facilmente dosabile. Una relazione impossibile e clandestina, che le impegni seriamente per pochi minuti al giorno, è una giusta porzione di abisso al quale affacciarsi, tenendo ben allacciata la cintura di sicurezza.
Sono scelte estreme che si utilizzano per scusarci con noi stessi di non essere in grado di cambiare e accettare un rischio.
Io nella mia vita ho temuto raramente i cambiamenti. Non ho mai quindi usufruito di piccoli spazi di follia, peccando spesso in senso opposto. Mi sono ritagliato anzi piccoli spazi di normalità, meravigliosi cliché in cui affondare ogni tanto. Sicuri e benefici come un piede nudo affondato nella prima sabbia calda della stagione estiva. Sembra che potrebbe essere risucchiato giù fino alle viscere bollenti della terra, ma noi sappiamo di poterlo tirare su quando vogliamo. Eppure per qualche minuto scaviamo sempre più in profondità con l’alluce, fino ad arrivare alla sabbia umida, che inesorabile ci riporta alla realtà.
Sono i 15 minuti di cui abbiamo bisogno. I 14 esatti in cui ho scritto meritandomi la lente di cioccolato.