Evviva la Guerra!
Era "argentea pioggia che monda" per il Vate il sollievo. La metafora potrebbe essere tranquillamente applicata anche alla guerra. Mi innesto semplicemente nella tradizionale esaltazione della guerra, non sono solo, sono in attraente compagnia. Sun Tsu, Marinetti, Omero ed intere civiltà fatte di uomini hanno creduto che la guerra fosse il principale innesto per elevare gli spiriti della razza umana, mi sorreggono nel discorso. Apparirò anacronistico, reazionario, probabilmente esaltato. Accetto solo uno degli aggettivi precedenti; non sono né fuori dal tempo e neppure contrario all’azione, esaltato forse sì, ma dello spirito che anima le cose, della forza che genera il dinamismo, dello slancio vitale (bergsoniano?). Perché riabilitare la guerra? Perché criticarla è stupido quanto cercare di coltivare con il sale un campo. Il mondo nel quale abbiamo la sorte di vivere è un mondo che lentamente sta sciogliendosi su se stesso, la civiltà trova le risposte nei consumi, per consumare bisogna essere in pace. Bisogna essere sereni, avere una coperta calda ed il tempo di assaggiare l’ultimo surgelato (che orrore). Il mondo occidentale non ripugna la guerra, la tiene lontana dai mercati fruttuosi. Il mondo moderno coccola la guerra la esporta e ne fa un mercato. Quindi ridicolo è godere dei diritti di una società in pace, quando il benessere derivante dalla stessa è anche frutto della guerra. Accettiamola. La guerra nel corso dei secoli ha regalato alla società molto di più di quanto poteva fare la pace. Le invenzioni militari si sono rivelate fondamentali per il vivere civile, l’aereo a reazione, lo studio dei materiali, la tecnologia satellitare e lo sviluppo delle comunicazioni, sono regali della strategia militare, le classi politiche, intendo le migliori, sono figlie delle privazioni della guerra, della frustrazione dell’oppressione,
In conclusione, seppur disgustosa l’immagine della morte che piomba cieca portando dolore, bisogna assumere il concetto che ci è data la pace, possiamo essere pacifisti, solo perché in un altro luogo c’è una guerra che ce lo consente che ricama la nostra libertà (presunta) con il fuoco della mitraglia, che lo stesso fuoco è stato inchiostro per le costituzioni ed alimento per le popolazioni.
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