Consigli.
Io vorrei che si leggesse la poesia. Ho letto più poesia che prosa e sono convinto che se la prosa nasconde in se l’arte dell’esistere la poesia cela il senso del dubbio sull’esistere. E’ un confine molto labile ma significativo. Ne parlavo ieri sera prima di cena. Mi sono tornati in mente i vari, Gozzano, Marinetti, Boito, Camerana e Caproni. Non che io ultimamente mi dedichi ai simposi letterari, stasera ammettendo un mio vulnus mi getterò spudoratamente nella serata sanremese, però credo che se si leggesse una poesia ogni tanto, senza impegno, potremmo ampliare di un po’ la nostra prospettiva e magari spiegare con parole di altri quello che ci piacerebbe dire di noi. Non è poco.
Il mio verso preferito è questo:
là dove il riverbero più cuoce / e il nuvolo s’abbassa, oltre le sue / pupille ormai remote, solo due / fasci di luce in croce. / E il tempo passa.
Montale, Mottetti, XIX.
Ma vi consiglio pure di leggere "Lezioni di Anatomia" di Boito -sorprendente- e "Il mare brucia le maschere" di Caproni, anzi questa l’aggiungo concludendo, poi fatemi sapere.
Il mare brucia le maschere,
le incendia il fuoco del sale.
Uomini pieni di maschere
avvampano sul litorale.
Tu sola potrai resistere
nel rogo del Carnevale.
Tu sola che senza maschere
nascondi l’arte d’esistere.
Giorgio Caproni
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..consueto scontro poesia vs prosa…ma stavolta non mi schiero dalla parte di chi “ben sai tu”..semplicemente mi accodo così..
“Mentre, debole e stanco, verso la mezzanotte
scorrea d’antico libro pagine strane e dotte
sonnecchiando, ad un tratto come un picchio ascoltai,
un lieve, un gentil picchio de la mia stanza all’uscio.
– E` qualcuno che picchia de la mia stanza all’uscio,
e non altro, – pensai.
Ricordo. Era il dicembre freddo, e ogni tizzo lento
si spegnea disegnando l’ombra sul pavimento”..to be continued…
Commento di Zefir0 — 17 febbraio 2009 il 11:06