frase del giorno
Oggi ho incontrato una persona che mi ha salutato con un nome che non era il mio e si è fermata a parlare con una persona che non ero io.
Oggi ho incontrato una persona che mi ha salutato con un nome che non era il mio e si è fermata a parlare con una persona che non ero io.
Ma chi si ricorda più i nomi dei nostri 60 mila giovani che irrorarono la pietraia del Carso per prendere Trieste?
O che portarono sotto il fuoco della mitraglia austriaca, su dalle doline, sul monte San Michele, una batteria di obici da 149, una batteria di obici da 305 e due batterie di mortai da 210, morendone in 198 solo nel trasporto?
Chi si ricorda più del Sabotino, di Podgora, di Bainsizza, del Pasubio, del Grappa?
Tutte battaglie che ci costarono mezzo milione di morti? Tutti ventenni, tutti belli, tutti giovani.
E noi ci lamentiamo della pioggia, delle buche, della metro piena, del lavoro.
Nazario Sauro, Cesare Battisti e le altre medaglie? Morti urlando Viva l’Italia! Chi sa chi erano?
Eppure ci esaltiamo per le grandi battaglie del Signore degli Anelli, quelle viste al cinema. Sappiamo tutto di Isengard, di Gran Burrone, di Isildur. Sappiamo dello scontro tra licantropi e vampiri in twilight, lo conosciamo tanto bene che potremmo raccontarlo, o del torneo dei maghi di Harry Potter.
Potranno mai perdonarci?
SQUILLINO LE TROMBE! E TROMBINO LE SQUILLO!
Noi italiani siamo fatti così. Durante i mondiali di calcio siamo tutti CT della nazionale. Durante le olimpiadi siamo tutti esperti di tiro con l’arco, durante i terremoti tutti geologi e quando ci sono le manovre finanziarie siamo tutti economisti, nei delitti tutti criminologi. Ovviamente durante i conclavi siamo tutti vaticanisti esperti. Io dico la mia. In realtà è un auspicio più che una predizione; per me figlio ormai tiepidissimo di Santa Romana Chiesa, l’uomo giusto è O’Malley. Vedremo.
Ho avuto un po’ di danari. Non mi dilungo sul quantum, basti sapere al lettore che sono una cifra che merita di essere investita. Mi reco alla mia banca, faccio per parlare, un piccolo singulto e mi rispondono “un momentoooo”. Riprendo il coraggio e insisto “vorrei avere informazioni su alcuni investimenti”.
“Ma poteva dirlo subito no? Pensavo fosse uno di quei seccatori che ogni giorno vengon qui a cercar di cavarci danari. Ma che si prendano una bella pistola e ci rapinino, sarebbe più facile in questo modo per loro ottenere contanza”.
“No, no vede io vorrei darvi dei soldi, vorrei cercare di trarre un po’ di profitto, magari guadagnando qualcosa oltre la svalutazione”
“Eh – fece il direttore scuro in volto – vediamo un po’ cosa c’è. Ah non si fidi dei promotori finanziari – urlò sollevando gli occhi dal monitor – sono una lega di tagliaborse che non offrono alcun tipo di garanzie, topastri degni della miglior Londra vittoriana”
“O della Napoli del 2007, in emergenza rifiuti”.
Silezio, nessuna risposta alla battuta. Sempre più scuro in volto, quasi stesse esaminando le lastre di un moribondo il direttore ad un tratto trasalì.
“Ecco qui quello che fa per lei! San Paolo, conto zecchino. Una grandissima novità. Orgoglio della nostra Banca, della nostra grande Banca, degna dei migliori istituti di credito della City vittoriana”
“O della Regione Bassoliniana”, aggiunsi io spericolato.
“Le spiego questa soluzione: San Paolo, conto zecchino. Ah le dico subito che non ha a che fare con lo zecchino d’oro; lo dico perché ha un irriverente gusto per la battuta”.
“Io un po’ ci speravo fosse legato all’andamento delle canzoni per bambini, o delle rendite del loculo della Maestra Venerabile Mariele Ventre”
Senza nemmeno guardarmi proseguì: “Comunque il conto Zecchino si tratta di un investimento fondiario. Nel senso che dietro la nostra filiale c’è un campo miracoloso. Io le cambio in contanti l’investimento e lei lo va’ a seppellire lì dietro. Entro 18 mesi vedrà che, scavando nuovamente, avrà un bel rendimento del 2,47%”.
Mi alzai molto lentamente dalla sedia, il direttore cominciò a ridere come uno squilibrato.
“Dove va’? Abbiamo appena iniziato a proporle i nostri investimenti – Alzava il tono di voce proporzionalmente a quanto mi allontanavo – Ci sono gli investimenti fagiolo magico, un due tre stella e il tasso schizza, non se ne vada rimanga ancora un po’…”
Guadagnai l’uscita, mica sono scemo io. Mica mi faccio fregare dalle banche. Che si sa che le banche ti fregano. Aspettai sera, attesi la chiusura della filiale, presi una pala e cominciai a scavare. Decisi di farlo da solo senza dirlo alla banca, così mi garantivo il guadagno senza pagargli la commissione. Quando feci un bel fosso ci buttai i soldi dentro e li ricoprii. Li tirerò fuori a settembre.