I 50/60enni di ora sono i responsabili di tutto questo

scritto da sanfedista il 14 novembre 2012,14:46

Scontri, manifestazioni, scandali!

 

Non accetto morali da chi ha ridotto il paese in queste condizioni. Dove eravate? Per chi votavate? Come vi indignavate? Cosa avete fatto, quando si accumulava debito pubblico, quando “si mangiava tutti”. Quando si deprezzava la lira stampando migliaia di miliardi! Come vi siete conquistati il lavoro? Come vi siete comprati le prime case? Con i nostri sacrifici! A spese della nostra generazione che non potremo avere una casa, dei figli e un’occupazione stabile. Dov’era il vostro perbenismo quando i vari governi distribuivano lavori pubblici a go go e quando grazie ai sindacati siete entrati in fabbrica,grazie ai politici siete stati assunti, nelle asl nei comuni, nei carrozzoni pubblici? Io non vedo nessuno di voi che si scusa con noi per aver permesso che oggi ci fosse questo. Ora prendetevi il chiasso, l’instabilità e un po’ di anarchia, spero vi renderemo davvero impossibile la “dolce pensione”.

 

 

 

 

frase del giorno

scritto da sanfedista il 12 novembre 2012,17:04

 

 

 

 

A chi serve un salvadanaio pieno? E’ certo meglio un salvadanaio rotto.

 

 

 

 

 

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Grande Zoltar!

scritto da sanfedista il 8 novembre 2012,17:52

Ve lo ricordate “big”? Il film in cui Tom Hanks da bambino diventa adulto d’emblée? Quello in cui suona quell’oggetto del desiderio generazionale che è il pianoforte gigante a pavimento saltellandoci sopra? Bene io vorrei il grande Zoltar! Oggi io vorrei, lo desidero con tutto me stesso, toto corde, il grande Zoltar! 25 cent e via…

 

 

Ricorda, ricorda il 5 novembre

scritto da sanfedista il 5 novembre 2012,18:48

 

 

 

Non vedo perchè questo giorno debba essere dimenticato, sopratutto oggi.

 

 

 

Frase del giorno, et alter.

scritto da sanfedista il 30 ottobre 2012,14:49

Non è mia ma è di un mio illustre concittadino.

“La gratitudine è il sentimento della vigilia.”

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Io sono un grande appassionato, tra gli altri, di David Bowie. Però non mi capacito come il duca bianco abbia potuto sottostare all’orrore di cantare il suo capolavoro Space Oddity in italiano, con parole di Mogol.
La canzone si intitola “Ragazzo solo, ragazza sola”. E il testo è davvero orrendo e travisa assolutamente lo splendido senso dell’originale. In successione la versione in italiano, e quella – primigenia e splendida – in inglese.

 

 

 

 

 

 

Una telefonata mi ricorda una cosa

scritto da sanfedista il 24 ottobre 2012,19:22

Mi chiama il mio ex collega di lavoro, dicendomi, “hai visto cosa è successo alla Novartis? Hanno ritirato 6 milioni di vaccini. Fossimo stati ancora a lavorare – nel nostro ufficio stampa di una multinazionale concorrente alla Novartis – sai che media monitoring? Sai che emergenze, che question and answer per i giornalisti, sai quanti comunicati da scrivere informando che il nostro vaccino poteva sopperire le mancanze dell’altro? Ah sarebbe stato davvero un pomeriggio pieno.

Tutto questo detto senza malinconia, con ironia, con un po’ di voce alla Bombolo, giusto per calcare l’assurdo. No, però, forse una minima puntina di malinconia affogata nell’ilarità c’era, ma non è questo il punto.

Questa telefonata mi ha riportato alla memoria un episodio che mi occorse qualche anno fa.

La domenica solitamente vado a pranzo da mia nonna, parcheggio sempre lo scooter nel viale privato. L’ho posizionato per anni di fronte un vecchio maggiolone bianco, appartenente alla buonanima del sig. De Chiara. Il suddetto era stato per molti anni cronista alla Rai di Napoli. Fu per la verità uno dei primi cronisti della Rai.
Una volta, l’ennesima volta che lo parcheggiai, il sig. De Chiara si affacciò chiedendomi di spostare il motorino. Non lo avevo parcheggiato male. Certo la presenza dello scooter avrebbe reso la manovra dell’auto un pochino più laboriosa, ma tanto quell’auto era praticamente ferma da secoli. Chiesi allora perchè dovessi spostare il mezzo. Lui mi guardò e mi disse: “beh se mi dovessero improvvisamente chiamare dalla Rai per una qualche emergenza, per un qualche eccidio – disse proprio eccidio – io dovrei uscire rapidamente, senza perdere tempo”. Il sig. De Chiara era in pensione da circa 15 anni avendo ormai ben valicato la soglia degli  ottanta. Io spostai il motorino perchè provai una gran tenerezza.

E’ un’iperbole, le situazioni, credo, siano davvero differenti ma l’intima sostanza non cambia. 

 

Light Cavalry Overture – Suppe

scritto da sanfedista il 22 ottobre 2012,18:58

Scese correndo la prima rampa di scale, prima a due gradini alla volta, poi a tre ed infine con balzi scoordinati a quattro.
Ogni volta sembrava dovesse inciampare e rompersi le ossa. Il piano terra era vicino. L’ultima rampa. Il rumore dei suoi balzi era diventato ritmico. Rumore, silenzio, rumore. Rumore, silenzio, rumore. Rumore, silenzio, rumore. Il portone. Doveva apparirgli come ad un’anima corrotta appaiono le porte dell’eden. Inaspettato ma meraviglioso. Anche questa volta c’era riuscito. Buio fuori e nessuno che lo inseguiva. Il segreto della vita nei gesti voluti ma non necessari. Una capra se non c’è un lupo non fugge.

 

 

 

 

 

 

L’Orgoglio del Capitalismo (e delle vecchiette)

scritto da sanfedista il 12 ottobre 2012,13:52

In questo periodo di pausa obbligata (sono alla ricerca di una ricollocazione professionale) mi dedico ad attività da pensionati. Curo il mio basilico sul balcone finchè il tempo me lo consente, cucino – ieri ho preparato un pollo impanato al curry con noci e pomodori secchi tritati e vino bianco – riparo l’auto – ho comprato e sostituito il fanale posteriore – ascolto musica jazz, classica e David Bowie – nello specifico la canzone TIME a nastro -. Mi informo sul tempo e do buoni consigli su come vestirsi e se portare l’ombrello o meno. Ma sopratutto faccio la spesa. Ma non sciattamente come mio solito. Non spinto da basse pulsioni che vogliono assecondare le sollecitazioni del becero marketing. Faccio la spesa con la lista, sì con la lista. Cioè compro, latte, farina, frutta, pasta e tutti quei generi che i mentecatti chiamano “di prima necessità” e che fino a ieri per me erano “superfluo”. Mi si è aperto un mondo. Vedi la vita è bella proprio per questo. Le persone intelligenti cercano sempre di migliorarsi e capisco poi che i mentecatti non sono mentecatti, ma persone che hanno una lista. 

Ora a me le liste fanno abbastanza schifo. Ho una discreta memoria e sopratutto mi ricordo esattamente le cose che voglio. Quindi tendenzialmente non mi servirebbe una lista. Ma mi rendo conto che nella vita non ci sono solo le cose che si vogliono ma anche le cose che servono ed ecco che salta fuori l’utilità della lista. Cioè il Martini lo vuoi, la salsa al tabasco pure, le patatine San Carlo Grill anche, ma la passata no eppure è alla base di tutto ed allora pur non volendola la devo comprare e dato che non la desidero non me la ricorderei se non con una lista.

Ci sono però alcuni vantaggi della lista; su tutti gli occhi orgogliosi delle vecchiette che frequentano il supermercato alle 11 di mattina e che ti scrutano ammaliate. Le vedi che t’ammirano e vorrebbero anche loro un nipote così. Alto, bello e che fa la spesa con la lista proprio come loro, un giovane ma come loro! Non stanno nella pelle. Magari però il loro nipote lavora a differenza mia, ma le vecchie non ci pensano. I vecchi pensano solo alle cose immediate, giudicano d’impulso, d’altronde il tempo per grandi ragionamenti e speculazioni assolute non lo hanno, perchè non hanno più molto tempo. Non come me che rifletto su tutto e poi magari crepo domani e la vecchietta che incrocio sempre, quella con i capelli azzurrini, chiederà “ma che fine ha fatto quel giovane tanto distinto con la lista?”.
“E’ morto signora, circa un mese fa”

“Ah che disgrazia, mi scusi ma l’offerta volantino sui wurstel di pollo c’è ancora?” 

 

Giorgione Ritratto di vecchia, cm. 68 x 59, Gallerie dell’Accademia, Venezia

 

 

 

 

 

scritto da sanfedista il 8 ottobre 2012,13:06

 

tra un passo e un altro
che compio
mi ritrovo nel silenzio
dove c’è per me
il vero movimento

ancor prima di appoggiare
la punta al suolo
ho già volato avanti
per giorni
e nell’infinito muto
galleggio rapido
e gli spazi si contano
in passi da spendere
dove lo spostamento sta
nell’attesa del cammino 

 

 

 

Gustave Caillebotte (1848-1894)
I piallatori di parquet
1875
Olio su tela
Cm 102 x 146,5

 

 

 

 

 

 

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frase del giorno

scritto da sanfedista il 2 ottobre 2012,16:25

 

 

 

 

 

ibis redibis non morieris in bello