L’Orgoglio del Capitalismo (e delle vecchiette)
In questo periodo di pausa obbligata (sono alla ricerca di una ricollocazione professionale) mi dedico ad attività da pensionati. Curo il mio basilico sul balcone finchè il tempo me lo consente, cucino – ieri ho preparato un pollo impanato al curry con noci e pomodori secchi tritati e vino bianco – riparo l’auto – ho comprato e sostituito il fanale posteriore – ascolto musica jazz, classica e David Bowie – nello specifico la canzone TIME a nastro -. Mi informo sul tempo e do buoni consigli su come vestirsi e se portare l’ombrello o meno. Ma sopratutto faccio la spesa. Ma non sciattamente come mio solito. Non spinto da basse pulsioni che vogliono assecondare le sollecitazioni del becero marketing. Faccio la spesa con la lista, sì con la lista. Cioè compro, latte, farina, frutta, pasta e tutti quei generi che i mentecatti chiamano “di prima necessità” e che fino a ieri per me erano “superfluo”. Mi si è aperto un mondo. Vedi la vita è bella proprio per questo. Le persone intelligenti cercano sempre di migliorarsi e capisco poi che i mentecatti non sono mentecatti, ma persone che hanno una lista.
Ora a me le liste fanno abbastanza schifo. Ho una discreta memoria e sopratutto mi ricordo esattamente le cose che voglio. Quindi tendenzialmente non mi servirebbe una lista. Ma mi rendo conto che nella vita non ci sono solo le cose che si vogliono ma anche le cose che servono ed ecco che salta fuori l’utilità della lista. Cioè il Martini lo vuoi, la salsa al tabasco pure, le patatine San Carlo Grill anche, ma la passata no eppure è alla base di tutto ed allora pur non volendola la devo comprare e dato che non la desidero non me la ricorderei se non con una lista.
Ci sono però alcuni vantaggi della lista; su tutti gli occhi orgogliosi delle vecchiette che frequentano il supermercato alle 11 di mattina e che ti scrutano ammaliate. Le vedi che t’ammirano e vorrebbero anche loro un nipote così. Alto, bello e che fa la spesa con la lista proprio come loro, un giovane ma come loro! Non stanno nella pelle. Magari però il loro nipote lavora a differenza mia, ma le vecchie non ci pensano. I vecchi pensano solo alle cose immediate, giudicano d’impulso, d’altronde il tempo per grandi ragionamenti e speculazioni assolute non lo hanno, perchè non hanno più molto tempo. Non come me che rifletto su tutto e poi magari crepo domani e la vecchietta che incrocio sempre, quella con i capelli azzurrini, chiederà “ma che fine ha fatto quel giovane tanto distinto con la lista?”.
“E’ morto signora, circa un mese fa”
“Ah che disgrazia, mi scusi ma l’offerta volantino sui wurstel di pollo c’è ancora?”
Giorgione Ritratto di vecchia, cm. 68 x 59, Gallerie dell’Accademia, Venezia
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