Verba, verba, verba praetereaque nihil
Il peso delle parole che si sprecano in concetti zoppi, inattuabili o irrealizzabili, in dubbi mediocri, dovrebbe essere trattato come un’emergenza sociale.
La corsa al risparmio, al riutilizzo, al riciclo, allo “è ancora buono, perchè cambiarlo”, alla praticità che vince su una bellezza un più scomoda, mortifica ogni voglia d’emergere. Non capisco perchè la società sta puntando tutto su un modello da desco serale, da albori della borghesia anni 50, senza però la geniale cialtroneria esibizionista che la caratterizzava. Le persone mettono in atto come una messa da requiem, le schematiche consolidate e ripetute come infiniti mantra di cui compiacersi e in cui affondare dolcemente. Regali alle feste comandate, parole raramente fuoriposto, poca invadenza. Una sobrietà che è più drammatica perchè incosapevole abitudine. L’idiozia dei colori scuri, del blu, che pure tanto amo. Le mitologie e le antiche vestige classiche, che ripetiamo e che ci fanno apparire tanto colti, come il “complesso di edipo”, “la volpe e l’uva”, sono ormai involucri vuoti. Immagini pornografiche quando citate senza una struttura che le supporti, perchè la gente solo questo conosce dell’antichità greca. Nessuno conosce di Deucalione e Pirra, eppure come sarebbe salvifico…
La scusa del tempo poi è terribile, l’hanno inculcata nel nostro cervello, il “se avessi tempo quanto leggerei” mi fa morire dentro ogni volta che lo sento. Non c’è, in realtà, la volontà di farlo, perchè il mondo ci ha insegnato che la partita o, peggio, la famiglia sono più importanti della dedizione nell’apprendere. In nessun testo di filosofia c’è una pagina che ti consiglia quale macchina comprare, in nessuna pubblicità c’è qualcuno che legge un libro. Ci sono belle famiglie cretine. Genitori che ascoltano le richieste dei figli, figli idioti, con abiti sconci e volontà indefinite, fumose, rapide al cambiamento. Scegliamo i nostri amici, scegliamo i nostri partner, valutiamo attentamente prima di impegnarci, preoccupiamoci meno di come stanno i nostri familiari e preoccupiamoci di più di come sta la nostra mente. Che fai? Dove sei? A che ora torni? Ma ci importa davvero?
Ed allora invidio gli ubriaconi…per mille ragioni.
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