Non ci penso mai. Ma sono laureato in Giurisprudenza all’Ateneo Federiciano. Ho studiato, nell’ordine: storia del diritto romano, istituzioni di diritto privato, diritto pubblico romano, diritto costituzionale, storia del diritto italiano, diritto internazionale, filosofia del diritto, diritto commerciale, diritto d’autore, diritto del lavoro, diritto dell’unione europea, diritto penale, diritto ecclesiastico, diritto amministrativo, papirologia giuridica, diritto romano, diritto civile, istituzioni di diritto romano, diritto processuale civile, economia politica, procedura penale, scienza delle finanze, finanza degli enti locali. Ho una laurea in queste materie. Ho quasi euforia ripensandoci. Sorrido, lo ammetto, rido.
Bene in realtà io amo la concezione della luce in Caravaggio, ben distante dal concetto di presenza di Dio di Plotino e i neoplatonici. Ammiro l’ostinazione del Vasari nella costruzione e nell’allestimento degli Uffizi. M’incute paura l’insania di Rosso Fiorentino, nei suoi santi dipinti come demoni. La tendenza alla solitudine di Edward Hopper, con le sue pennellate freddissime anche in luce piena. Jack Vettriano, contemporaneo che strizza l’occhio a Hopper ma ci mette più sesso. Tiepolo così veneziano ma così spagnolo. Ammiro davvero Tullio Crali con il suo “Incuneandosi nell’abitato” che mi fa venire le vertigini. Mi diverte Bansky. Il Pollaiolo il suo linearismo, che sembra riprendere il tratto dove l’aveva interrotto il Lippi. Domenico Fontana, architetto, e il suo complesso di Gesù e Maria, totalmente in abbandono ma ancora bellissimo. Koons e i suoi stupidissimi palloncini che mi mettono di buon umore. Fortunato Depero, ah se la pioggia fosse di bitter Campari. Gaudì in cui le strutture sembrano letteralmente colare dal cielo. Henry Janeway Hardenbergh disegnatore del meraviglioso Dakota Building a New York. Van Eyck, che con la pittura fiamminga è riuscita nel miracolo di amalgamare con l’olio personaggi e sfondi. Ma anche altro.
…papirologia giuridica, ti ringrazio per avermi fatto appassionare all’arte, quanto fuggivo da te, trovando ospitalità nella pittura, nel cinema, nell’architettura, nella poesia, nella scrittura.