Un aspro rumore di phon. Un “no” detto e cadenzato allo specchio nemmeno la tua immagine riflessa ti stesse parlando davvero. La prima pillola della giornata prima ancora del sole e poi le altre tre meno tre per sorridere, meno due per ricordarsi come piangere, meno una per dimenticare perchè si piange.
Un aspro rumore di phon e di nuovo è il vapore. Altre tre pillole tre, prima che venga il sole, tre battiti di ciglia tre battiti d’ala di farfalla ed il corpo pesante che schiaccia il letto, magari è la volta giusta per dimenticare tutto e per sempre, adesso mi addormento che ne ho prese sei.
E tu cosa daresti? Io storicamente ho sempre odiato Mango. Il cantautore. Gli spunti più interessanti alle volte capita di trarli dalle cose sottovalutate. Oggi sentivo la canzone che segue che inizia con uno sbalorditivo incipit:
Per averti pagherei un milione anche più anche l’ultima Malboro darei perché tu sei oro oro oro
L’amore è condivisione e non si può scrivere condivisione senza “divisione” e la divisione è rinuncia. Tu a cosa rinunceresti, a cosa hai rinunciato per amore? Se amiamo dobbiamo restituire qualcosa. L’amore è un prestito che si rinegozia ogni giorno. Un tasso variabile giornaliero, con scadenze, rate e accantonamenti.
Quanta dignità, quanto amor proprio, quanta pigrizia si è sacrificata per amore? Quanti schiaffi abbiamo preso? La testardaggine con cui ci siamo scontrati contro un vetro visto da tutti tranne da noi. Come mosche. A quanto abbiamo rinunciato? E che pioggia abbiamo preso? Cene, week end. Viaggi all’ultimo momento. Treni, aerei, Km in auto. Quanta benzina abbiamo fatto? Quanti chili abbiamo perso e messo? Quanto abbiamo finto, abbozzato, mentito? Quanti piatti immangiabili abbiamo mangiato? Quanti pianti soppresso? Quanti sguardi ci siamo negati? Quante docce non necessarie ci siamo fatti? Quante ore abbiamo sottratto alla lettura, al cinema? Quanto siamo stati svegli? Quanto abbiamo dormito per non pensare? Quanti capelli ci siamo tagliati o fatti crescere? Quanto abbiamo fumato? Quanto abbiamo fumato fuori una finestra in inverno, perchè in casa no. E i soldi spesi? Montagne, fiumi, interi planisferi di soldi. I vestiti mai più messi? Smalto, trucco, tacchi, calze, periziomi. Il tessuto macellato sull’altare dell’amore? Le partite. No… ma proprio mentre segnava… Le foto dei nipoti viste, le foto scattate insieme. I pranzi degli zii?
Che forza ha l’amore? Un’immensa forza di rinuncia. E il premio finale? Rischi di condividere insieme cose che non piacciono davvero a nessuno dei due…
Il romanticismo è una assurda pretesa delle donne. Il romanticismo è lasciare spazio alla propria parte femminile. Vincere ogni pigrizia e accomodarsi in un nauseabondo stereotipo. La luna, lo champagne e il mare sono solo sofisticate forme per favorire un amplesso. La musica e la luce soffusa, sono solo modi per distrarsi e per ritardare un imbarazzante orgasmo prematuro. I petali sul letto significa dover pulire dopo; le uniche candele che mi fanno sussultare sono quelle bosh che danno vita a un sei cilindri boxer, raffreddato a liquido di un 3.8 litri che sviluppa 355 cv a 6.600 giri/min e una coppia di 400 N n a 4.600 giri/min. Chi capisce un minimo dei piaceri della vita conosce la marca e il modello che lo monta.
Premesso tutto questo…
You can reach me by railway, you can reach me by trailway You can reach me on an airplane, you can reach me with your mind You can reach me by caravan, cross the desert like an Arab man I don’t care how you get here, just – get here if you can
You can reach me by sail boat, climb a tree and swing rope to rope Take a sled and slide down the slope, into these arms of mine You can jump on a speedy colt, cross the border in a blaze of hope I don’t care how you get here, just – get here if you can
There are hills and mountains between us Always something to get over If I had my way, surely you would be closer I need you closer
There are hills and mountains between us Always something to get over If I had my way, surely you would be closer I need you closer
You can windsurf into my life, take me up on a carpet ride You can make it in a big balloon, but you better make it soon You can reach me by caravan, cross the desert like an Arab man I don’t care how you get here, just – get here if you can
I don’t care, I need you right here, right now I need you right here right now, down by my side
I don’t care how you get here, just — get here if – you can
…l’ora legale a chi serve? ai ladri, ai traditori e a tutti quelli che professano la loro fede al buio. La notte alle 15.30 è un induzione al peccato, al nascosto, alla pigrizia…sapete ogni anno quante vecchie muoiono a causa dell’ora legale? Attraversano alle 16.30 per andare a far la spesa e la macchina non le vede perchè è buio. Ecco a chi serve l’ora legale: all’Inps.
Cinico Giurista e Critico Letterario su un quotidiano. Felice guidatore di una automobile cabriolet, amante del teatro e del cinema, di Gozzano e Marinetti. Amante di Se stesso. Informatore sofisticato per lettori privilegiati.
odi et amo
Odio : La volgarità
Amo : Sigarette francesi, gauloises.
Accendere le stesse con un accendino di metallo o con un fiammifero, adoro il rumore del fiammifero e il suo profumo.
Salmone scozzese, lo preferisco molto al norvegese.
Whiskey irlandese di marca Jameson.
Sigari di dimensioni “petit corona” marca Montecristo.
Ascoltare musica brasiliana.
Luci soffuse e penombra per riflettere di sera.
Non abbassare mai le persiane andando a dormire, amo risvegliarmi col sole.
Collezionare piccole cose di cattivo gusto, trarne la bellezza.
La velocità, le automobili inglesi, o le classiche sportive italiane, comunque automobili che mi diano risposta pronta nel momento in cui pigio l’acceleratore.
Sentire vecchie canzoni italiane e i Queen.
Amo anche la musica trash.
Indossare la cravatta, il cappotto lungo o un pullover a collo alto.
Amo l’inverno, ma da un po’ sto iniziando ad apprezzare anche l’estate.
Amo le suonerie dei cellulari tradizionali.
Guanti di nappa nera, con cachemire all’interno.
Ascoltare musica in auto e viaggiare di notte.
Un buon vino rosso siciliano.
Il panettone con l’uvetta e senza canditi.
Mi piace riflettere e osservare gli uomini.
Amo le donne che parlano a bassa voce.
Amo le donne che hanno qualcosa da dire.
Il sassofono ed il piano sono i miei strumenti preferiti, mi piace Chopin.
Non credo nella democrazia.
Amo il decadentismo e il futurismo.
Amo essere confuso.
Preferisco i soggetti alle nature morte.
Il latte intero.
L’acqua e le fontane.
Bere alle fontanelle.
Leggere giornali non schierati politicamente.
le persone dolci e propense all’ascoltare.
Il gelato al pistacchio della gelateria “Otranto”.
Il motorino in città, anche con la pioggia.
La pioggia.
Le parole francesi, tipo “boudoir”.
David Lynch, Kubrick.
Un buon film al cinema.
La parmigiana di melanzane.
Le ostriche al “grand caffe le cappucin”a Parigi.
Il lenzuolo nuovo dopo la doccia.
I massaggi.
Il papillon ben annodato alla prima del S.Carlo.
Affondare i piedi nella sabbia tiepida.
Una doccia dopo il mare.
Le persone che ti guardano negli occhi quando ti parlano.
Muovere la mano in maniera mai brusca.
Andare a letto quando tutti sono gia a letto.
Fare scali tecnici mentre si vola.
Affondare nelle poltrone della buisness class.
Lo skyline di Pudong visto dal bund di Shanghai.
Las Vegas a mezzanotte mentre la fontana del Bellagio esplode con la musica di Gene Kelly.
Il caldo secco della Savana in Tanzania, la polvere che ti sporca e la piscina del Plantation Lodge che ti aspetta a mezz'ora di Jeep.
Concedersi un riposino pomeridiano estivo in Hyde Park a Londra.
Il cielo della Scozia sempre così imprevedibile.
Un tramonto su ponte Carlo a Praga.
Il corno d'oro di Istanbul, all'alba alle 6.00, ma visto dal mare.
Amsterdam e la sua leggerezza, Barcellona e la sua lievezza.
Il suk di Marrakech, dove sei sicuro di aver fatto l'affare della tua vita ma poi vai in Tunisia e ti senti un idiota, arrivi in Egitto e pensi che non ti è andata poi così male.
Il Sahara, maledetto...
Il golfo di Napoli al tramonto, così conosciuto ma così tremendamente inatteso.
Un’uscita in barca nell’Auraki Goulf ad Auckland in Nuova Zelanda.
Aggiustare i capelli sopra l’orecchio alla ragazza a cui voglio bene.
Un bicchiere di mirto sul balcone quando tira vento e il tempo minaccia pioggia.
Un cappello a falde larghe.
La camicia sempre e comunque, anche sul costume da bagno, bianca, azzurra oppure a righine. D'obbligo le iniziali.
La mia coscienza : Fiera
La mia sorte : comunque certa