Un consiglio a me.
σοφροσύνη
Altrimenti è la buona volta che lascio il Paese.
σοφροσύνη
Altrimenti è la buona volta che lascio il Paese.
I cerchi nel grano sono i vuoti di memoria di Dio, perchè sono sicuro che Dio non può ricordare tutto ed allora quando si dimentica qualcosa s'incazza così tanto che si siede da qualche parte, stacca dal mondo un po' d'erba e se la fuma.
Socialismi!
"Mirate da qui Napoli Nobilissima, l’incantevole Sirena"
– Frase incisa sullo stipite di un portone di un palazzo a S.Martino –
Ed io la amo, me ne avvinco ogni volta. La giro in motorino, il mezzo d’elezione per girarla. E dallo scooter cogli i profumi, le voci e tutto quello che potresti perdere chiuso in una macchina. Tutte le volte che torno, me ne innamoro di nuovo. Mai tradita, nè per Roma, dove vivo, dagli ampli viali, nè per Milano dalla luce obliqua.
Ed amo percorrere via Cimarosa con i platani prima spogli poi verdissimi in primavera. Curvo a sinistra e superata la funicolare di Chiaja arrivo a P.zza Vanvitelli con quel sole della domenica mattina che splende i quattro palazzi, salgo verso S.Martino ed arrivo al balcone da cui domino il panorama vomerese. Quello meno da cartolina; su spaccanapoli, il museo, Capodimonte, il Vesuvio e parte di mare. Chiuso a destra dalla Certosa e dall’incombenza di S.Elmo. Mi accendo una sigaretta, vedo qualche aereo che parte da Capodichino e il tempo fermo mi agita di vita.
Via Palizzi che non porta da nessuna parte ma impossibile vivere senza, come via Mancini, strade cieche che sfuggono al mare. Che riappare in una curva di via Kaghoshima, scendendo, magari quando non piove, e si pensa che andando dritto fuori strada, in quella curva, si voli verso la rotonda Diaz e poi nel golfo. Continui a scendere, continuo a scendere, e sono a casa, Via Aniello Falcone spettacolare indolenza di giorno, terrazzo su un campo di stelle la notte invernale, quando gira poca gente, quando il freddo chiara l’aria e ti fa intuire Capri anche se non potrai mai vederla.
Amo il vicolo che dà su S.Domenico Maggiore, sempre profumatissimo, giuro, come se le vecchie comari non facessero altro che lustrarlo, intravedo Scaturchio, scendo al rettifilo, accelero Maschio Angioino, Municipio, Trieste e Trento, Gambrinus, Quartieri Spagnoli, sui quali incombe di nuovo S.Elmo, il Corso, Tasso, Madre Teresa di Calcutta nell’orrida raffigurazione in statua che sembra mangiare un bambino e poi di nuovo Tasso. Un tratto di Europa e poi con Manzoni che profuma di meringa, veloce verso Posillipo. Qui la cartolina è viva, il Virgiliano, l’unico parco al mondo a picco sul Mare, che guarda alla Gajola e a Trentaremi, entrambi posti magici e maledetti.
Via Posillipo con i lidi sulla destra e palazzo Donn’Anna gettato a mare, Mergellina la gente che s’imbarca, Castel dell’Ovo, il Borgo, parcheggio e mi fumo una sigaretta. Piove un po’, di nuovo verso casa.
E mio padre che fà:"Cerca casa a Roma, vedi quelle che abbiano un po’ di Panorama". Sorrido, dopo qualche secondo anche lui.