Un consiglio a me.

scritto da Sanfedista il 25 maggio 2010,13:09

σοφροσύνη

Altrimenti è la buona volta che lascio il Paese.

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Frase del giorno

scritto da Sanfedista il 18 maggio 2010,15:03

Spetta ai meridionali portare sulle proprie spalle il peso dell'intera nazione, incarnandone i vizi, esibendone gli stereotipi, difendendola dai terroristi coi soldati al fronte, e sopratutto fungendo da capro espiatorio per ogni stortura nazionale. Mi divertirebbr vedere il resto del paese senza il mezzogiorno, non avrebbero più scusanti.

Il contadino, il suonatore, il soldato, il mugnaio e il larice

scritto da Sanfedista il 10 maggio 2010,22:41
Ai piedi di un castello diroccato stava un podere, un contadino dopo una dura giornata s’appoggiava, nell’imbrunire estivo, sotto un larice ed osservando il lavoro fatto si diceva “ che buon compito che ho svolto, la zolla spaccata ora pare respirare, i solchi così regolari paiono retti come l’orizzonte. Se solo ci fosse un po’di pioggia la polvere s’acquieterebbe e potrei seminare il grano”.
Nel mentre passava un vecchio zampognaro che affaticato portava con sè una cornamusa sgonfia “quell’impudente del mugnaio – ripeteva lo zampognaro tra sé e sé – mi ha bucato la zampogna ed il fiato non riempie l’otre e l’ancia non vibra più; mugnaio che tu sia maledetto, la pioggia deve mancare per così tanto tempo che il fiume si secchi ed il mulino si fermi. Il tuo grano non macinato sarà divorato dai topi e tu ne avrai solo miseria”.
Dicendo così il vecchio s’avviava verso la salita.
 
Un soldato fermo al quadrivio sopra la collina assistendo a tutto l’evento si parò davanti al vecchio zampognaro interrompendone il cammino e sguainata la spada lo fissò negli occhi e disse “vecchio non meriti di aver vissuto gli anni che hai. Sei un ingrato e un malvagio. Auguri secchezza del cielo per una tua rabbia e non porti riguardo alcuno a chi lavora con sforzo e desidera pioggia. Il contadino con la pioggia pianterà il grano che il mugnaio macinerà e che sfamerà tutti noi. Sei un meschino, non conosci il lavoro perché della tua vita hai solo fatto musica”. Detto questo affondò la lama nel petto del vecchio che senza nemmeno avere il tempo di fiatare morì.
Il soldato certo di aver fatto giustizia andò in chiesa, trovò l’assoluzione, e si riunì all’esercito in partenza.
 
Fattosi il silenzio il larice con il vento tra i rami incominciò a pensare “ah se il soldato avesse lasciato parlare il vecchio prima di ucciderlo avrebbe ben saputo che il vecchio era stato per tutta la vita contadino ed ora in miseria aveva offerto la sua zampogna, unica sua compagna,  al mugnaio in cambio di un po’ di farina, ma il mugnaio non conoscendo il valore delle cose, l’aveva scacciato deridendolo e rompendogli lo strumento. Se il soldato fosse stato più sapiente avrebbe, poi, ben saputo che il grano non si semina d’estate e che il contadino è solo un folle, reso pazzo dal furto dei suoi sacchi di grano di notte ad opera del mugnaio”.
 
Il soldato in guerra ebbe grande onore e divenuto generale vinse molte battaglie, assoggettò numerosi popoli ed oggi le sue statue riempiono il mondo. Il mugnaio con le piogge che il cielo mandò abbondantissime macinò tutto il grano ed ebbe una vita ricca e beata. Il contadino perso tutto il senno girovagò e trovando un giorno una cornamusa rotta decise di ripararla uccidendo l’ultima pecora che aveva e suonando tutta l’estate attese il suo ultimo inverno, cogliendo così il reale valore delle cose.
 
La pazienza non sempre è la valutazione che porta i maggiori benefici per sé. Il cielo non sempre è giusto. L’amore per l’arte non salva dalla stupidità delle scelte. La conoscenza non è mai troppa e se ti compiace nel ragionamento ti può allo stesso modo tradire, perché se è vero che il grano, che muta queste parole in morale, non si semina d’estate è altresì vero che i larici non crescono dove cresce il grano, ma su alti monti irti, dove contadini, soldati e suonatori paiono solo puntini e dove il cielo, seppur più prossimo, comunque non è più benevolo con chi gli sta sotto.



Un’ossessione?

scritto da Sanfedista il 7 maggio 2010,11:03
La fune, la spranga, il pugnale.

Sono rimasti solo loro, ma chi l'ha uccisa? Kassandra Scarlet, così bella, fuma e non si capisce mai cosa pensa sotto quei capelli neri.




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Frase del giorno

scritto da Sanfedista il 28 aprile 2010,14:28
“Qualunque cosa tu possa fare, qualunque sogno tu possa sognare, comincia.
L’audacia reca in sé genialità, magia e forza. Comincia ora”                                                    


Johann Wolfgang Göethe
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Sono tutti morti, l’anticenacolo ideale

scritto da Sanfedista il 27 aprile 2010,00:00
Sono tutti morti.
Bel modo di cominciare un post. Eppure noi gentiluomini i nostri miti dobbiamo sfogliarli tra i necrologizzati. Anche perché in chi dovrei mai identificarmi? ed ecco allora l'eccellenze moderne, ovvero l'enciclopedia di chi pur avendo la forza di innovare il proprio campo d'applicazione non lo migliorerà affatto; gli insulsi di successo:

  1. Tokyo Hotel
  2. John Richmond
  3. Barack Obama
  4. Gabriele Muccino
  5. Francesco Totti
  6. Maurizio Cattelan
  7. Antonio Ingroia
  8. Benedetto XVI
  9. Gino Strada
  10. Luciano Ligabue
  11. Roman Abramovic
  12. Dan Brown
  13. Alessandro Baricco
  14. I Muse
  15. I Red Hot Chili Peppers
  16. Dario Fo
  17. Luca Cordero di Montezemolo
  18. Giovanni Allevi
  19. George William Casey Jr
  20. La Svezia


Frase (socialista) del giorno

scritto da Sanfedista il 21 aprile 2010,22:14

I cerchi nel grano sono i vuoti di memoria di Dio, perchè sono sicuro che Dio non può ricordare tutto ed allora quando si dimentica qualcosa s'incazza così tanto che si siede da qualche parte, stacca dal mondo un po' d'erba e se la fuma.


Socialismi!

 

Napoli, per soli intenditori

scritto da Sanfedista il 13 aprile 2010,22:45

"Mirate da qui Napoli Nobilissima, l’incantevole Sirena"

– Frase incisa sullo stipite di un portone di un palazzo a S.Martino –

Ed io la amo, me ne avvinco ogni volta. La giro in motorino, il mezzo d’elezione per girarla. E dallo scooter cogli i profumi, le voci e tutto quello che potresti perdere chiuso in una macchina. Tutte le volte che torno, me ne innamoro di nuovo. Mai tradita, nè per Roma, dove vivo, dagli ampli viali, nè per Milano dalla luce obliqua.

Ed amo percorrere via Cimarosa con i platani prima spogli poi verdissimi in primavera. Curvo a sinistra e superata la funicolare di Chiaja arrivo a P.zza Vanvitelli con quel sole della domenica mattina che splende i quattro palazzi, salgo verso S.Martino ed arrivo al balcone da cui domino il panorama vomerese. Quello meno da cartolina; su spaccanapoli, il museo, Capodimonte, il Vesuvio e parte di mare. Chiuso a destra dalla Certosa e dall’incombenza di S.Elmo. Mi accendo una sigaretta, vedo qualche aereo che parte da Capodichino e il tempo fermo mi agita di vita.

Via Palizzi che non porta da nessuna parte ma impossibile vivere senza, come via Mancini, strade cieche che sfuggono al mare. Che riappare in una curva di via Kaghoshima, scendendo, magari quando non piove, e si pensa che andando dritto fuori strada, in quella curva, si voli verso la rotonda Diaz e poi nel golfo. Continui a scendere, continuo a scendere, e sono a casa, Via Aniello Falcone spettacolare indolenza di giorno, terrazzo su un campo di stelle la notte invernale, quando gira poca gente, quando il freddo chiara l’aria e ti fa intuire Capri anche se non potrai mai vederla.

Amo il vicolo che dà su S.Domenico Maggiore, sempre profumatissimo, giuro, come se le vecchie comari non facessero altro che lustrarlo, intravedo Scaturchio, scendo al rettifilo, accelero Maschio Angioino, Municipio, Trieste e Trento, Gambrinus, Quartieri Spagnoli, sui quali incombe di nuovo S.Elmo, il Corso, Tasso, Madre Teresa di Calcutta nell’orrida raffigurazione in statua che sembra mangiare un bambino e poi di nuovo Tasso. Un tratto di Europa e poi con Manzoni che profuma di meringa, veloce verso Posillipo. Qui la cartolina è viva, il Virgiliano, l’unico parco al mondo a picco sul Mare, che guarda alla Gajola e a Trentaremi, entrambi posti magici e maledetti.

Via Posillipo con i lidi sulla destra e palazzo Donn’Anna gettato a mare, Mergellina la gente che s’imbarca, Castel dell’Ovo, il Borgo, parcheggio e mi fumo una sigaretta. Piove un po’, di nuovo verso casa.

E mio padre che fà:"Cerca casa a Roma, vedi quelle che abbiano un po’ di Panorama". Sorrido, dopo qualche secondo anche lui.

Frase del giorno

scritto da Sanfedista il ,12:44
…a guardare sempre chi sta dietro prima o poi viene il torcicollo…
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Paradossi

scritto da Sanfedista il 6 aprile 2010,21:22
L'uomo è una bestia affetta da mania di grandezza e questo è noto.
Preoccupante è che utilizzi per spiegare cose difficili i paradossi; cioè esempi che portano a risultati complessi e che sono frutto, in genere, di premesse inaccettabili o assurde. Il piacere delle complicazioni ci ha spinto a mettere in dubbio il creazionismo, la piattezza della terra e l'assoluta mortalità della peste. Complicando non di poco la nostra vita con soluzioni che hanno riformato il nostro modo di vedere il mondo, ormai ridotto a costante sfida da vincere.
Il difficile per spiegare il facile, tetragono al rasoio di Occam, ci condurrà a soluzioni sempre più complesse per problematiche sempre meno pressanti. Prima o poi pagheremo biologi per studiare il controllo della cheratina per bloccare la crescita delle unghie. Rimpiangendo la suggestione misteriosa del cielo di notte, ritenuto un tempo un enorme telo che copriva il sole, con dei piccoli fori che lasciavano filtrare la luce: le stelle.
Paghiamo la fisica con la fantasia e non mi dite che la fisica è anche fantasia, se accettassi questo chiuderei il blog.




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