Sono tutti morti, l’anticenacolo ideale
Bel modo di cominciare un post. Eppure noi gentiluomini i nostri miti dobbiamo sfogliarli tra i necrologizzati. Anche perché in chi dovrei mai identificarmi? ed ecco allora l'eccellenze moderne, ovvero l'enciclopedia di chi pur avendo la forza di innovare il proprio campo d'applicazione non lo migliorerà affatto; gli insulsi di successo:
- Tokyo Hotel
- John Richmond
- Barack Obama
- Gabriele Muccino
- Francesco Totti
- Maurizio Cattelan
- Antonio Ingroia
- Benedetto XVI
- Gino Strada
- Luciano Ligabue
- Roman Abramovic
- Dan Brown
- Alessandro Baricco
- I Muse
- I Red Hot Chili Peppers
- Dario Fo
- Luca Cordero di Montezemolo
- Giovanni Allevi
- George William Casey Jr
- La Svezia

commenti: 3 Commenti su Sono tutti morti, l’anticenacolo ideale (popup) | commenti (3)
Commenti
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…sì ma il mito, dov'è il profumo dei miti?
Commento di Sanfedista — 28 aprile 2010 il 17:58
Grazie d'aver risposto.
Bisognerà forse interrogarsi sul senso da attribuire alla parola 'mito' e ricercare la fragranza del profumo che emana.
Il mito è racconto di figura fuori dal tempo e dalla storia che non conosce fama, né gloria perché rinvigorisce in eterno nell'uomo che lo vive. Non necessita di riconoscimenti universali.
Chi conosce più la figura mitica del bardo Amergin? eppure rivive in Coleridge e nell'artista sconosciuto, solo nell'istante in cui lo si riconosce tale.
Commento di utente anonimo — 28 aprile 2010 il 23:55
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Forse i gentiluomini possono incontrare persone in vita, degne d'ammirazione tra 'i senza fama' e 'i senza gloria'.
Ho conosciuto poeti sconosciuti e artisti dimenticati dalla critica. Non posso chiamarli miti, ma li inviterei volentieri a far parte di un cenacolo.
"Meglio fuggire dalla guerra atroce
del piacere, dell'oro, dell'alloro…"
Paola
ex voce anonima del 'marvelous boy'
Commento di utente anonimo — 28 aprile 2010 il 14:04