Miraggi Italiani
scritto da Sanfedista il 9 novembre 2009,21:49
Eccoci a parlare dell’Italia sesta potenza al mondo, neanche fossimo in guerra fredda. Ed allora è necessario stringerci il nodo alla cravatta mettere sù l’impermeabile, entrare in metro come se il nero accanto avesse il tritolo, fingersi per un secondo l’orgoglio del capitalismo, pensare che le notizie che alla fine fai passare ti diano quel po’ di potere che agli altri manca e sognare tra una stazione e l’altra, tra uno starnuto e una preoccupazione, che l’Italia sia davvero lo stereotipo che viviamo, STEREOTIPI:
Milano, dice mio padre che è il futuro è lì, solo che il futuro è lì da 60 anni ma non arriva mai. Ed allora Milano degli aperitivi dei nomi abbreviati, della costante ricerca di identità tra tofu e trattoria, sempre un secondo avanti, magari raccontata da qualche calabrese di Lamezia o da qualche pugliese di Cerignola. Milano che il business gira ancora e che cerca di abbattere l’italiano con l’inglese, più trendy manco a farlo apposta. La Madonnnina, i navigli, le mostre, l’aperitivo e domani giù duro a lavorare.
Roma, eterna, per mio padre sempre meglio di Napoli. Eterna, con i romani sbruffoni e i politici mangioni, volemose bene, garbatelle varie, cesaroni, viali, controviali, teveri, papi, scandali, politici ravveduti, giornalisti sempre 10 minuti indietro la notizia, cinema e intellettuali di sinistra che criticano e poi tutti coi bucatini in bocca, mangiassero meno magari farebbero meno film di merda. Romani che non capiscono il sushi perchè la pajata ormai fa quasi più esotico. Ministeri e misteri della fede. Auto blu, ma il cuppolone alla fine ci salva. Derby e circoli, olimpiadi e colosseo. Che chi ha il pass per la ZTL quasi ha la laurea honoris a Oxford, se ne vanta con gli amici al circolo.
Napoli, ma come vivi qui? Tra un po’ saranno tutti morti. Vedi Napoli e poi muori…per i rifiuti, quante volte l’ho sentita questa! Che palle, manco fa ridere. Napoli con la pizza, pulcinella che mangia mozzarelle alla diossina mentre suona il mandolino. Napoletano eternamente in bilico tra criminale e "perchè non canti?", manco non ci fossero quelli normali. Che il napoletano deve sempre esagerato. O’Vesuvio, il dialetto simpatico, Maradona, San Gennaro e la camorra che ammazza in diretta you tube. Attento al portafogli, però il golfo è il golfo e Dio solo sà quanto ci costa.
Torino, esoterica, falsi e cortesi, savoiarda e città provinciale, ma poi sti torinesi chi li vede mai? Se ne stanno nel piemonte e non rompono i coglioni a nessuno. Fateci caso, giri giri ma un piemontese non lo becchi mai. Però la Fiat fa girare il paese, e Lapo e un precursore di tutte le mode, fa tendenza, chiedilo al governatore del Lazio.
Genova, tirchi, pesto, fiori e De Andrè, Lauzi, Grillo, Colombo, tutta gente che faceva meglio a starsene a casa come i piemontesi. Vedi De Andrè che l’hanno pure rapito, stava a Genova.
Bologna, ma che città generosa. Palermo come si mangia bene, però quanti mafiosi. Bari, boh, chi c’è mai stato a Bari. Calabrie, ignoranti e stanno 40 anni indietro…Bergamo, Brescia, Verona, razzisti e basta. Venezia truffatori manco a Napoli, gondole e carnevale. Modena veloci in Ferrari. Trentino-Alto Adige, quelli so più simili ai tedeschi.
Firenze, ah toscanacci, maledetti toscani! Cocacola con la cannuccia corta corta. Simpatici e un po’ sbruffoni, bestemmiatori e consumatori di bistecche.
Magari fosse questo il nostro Paese, alla fine il dramma è che siamo ben più meschini dei nostri stereotipi, magari davvero li incentivassimo con azioni i nostri stereotipi. Perlomeno sapremmo bene chi ci troviamo davanti quando parliamo, divideremmo in maniera razionale la produzione. Non so Milano che ama lavorare lavora solo. Napoli canta solo. Roma fa solo politica. Torino fa le macchine. Firenze porta la carne. Le Calabrie le canne. La Sicilia si occupa della difesa della nazione con le armi. Genova risparmia e ci mettiamo le banche.
Magari il nero accanto a me il tritolo lo ha per davvero…bum e giù duro di unità nazionale. Io ai funerali di stato e all’applauso commosso alla bara ci tengo. Magari se date a mia madre pure la pensione…
Milano, dice mio padre che è il futuro è lì, solo che il futuro è lì da 60 anni ma non arriva mai. Ed allora Milano degli aperitivi dei nomi abbreviati, della costante ricerca di identità tra tofu e trattoria, sempre un secondo avanti, magari raccontata da qualche calabrese di Lamezia o da qualche pugliese di Cerignola. Milano che il business gira ancora e che cerca di abbattere l’italiano con l’inglese, più trendy manco a farlo apposta. La Madonnnina, i navigli, le mostre, l’aperitivo e domani giù duro a lavorare.
Roma, eterna, per mio padre sempre meglio di Napoli. Eterna, con i romani sbruffoni e i politici mangioni, volemose bene, garbatelle varie, cesaroni, viali, controviali, teveri, papi, scandali, politici ravveduti, giornalisti sempre 10 minuti indietro la notizia, cinema e intellettuali di sinistra che criticano e poi tutti coi bucatini in bocca, mangiassero meno magari farebbero meno film di merda. Romani che non capiscono il sushi perchè la pajata ormai fa quasi più esotico. Ministeri e misteri della fede. Auto blu, ma il cuppolone alla fine ci salva. Derby e circoli, olimpiadi e colosseo. Che chi ha il pass per la ZTL quasi ha la laurea honoris a Oxford, se ne vanta con gli amici al circolo.
Napoli, ma come vivi qui? Tra un po’ saranno tutti morti. Vedi Napoli e poi muori…per i rifiuti, quante volte l’ho sentita questa! Che palle, manco fa ridere. Napoli con la pizza, pulcinella che mangia mozzarelle alla diossina mentre suona il mandolino. Napoletano eternamente in bilico tra criminale e "perchè non canti?", manco non ci fossero quelli normali. Che il napoletano deve sempre esagerato. O’Vesuvio, il dialetto simpatico, Maradona, San Gennaro e la camorra che ammazza in diretta you tube. Attento al portafogli, però il golfo è il golfo e Dio solo sà quanto ci costa.
Torino, esoterica, falsi e cortesi, savoiarda e città provinciale, ma poi sti torinesi chi li vede mai? Se ne stanno nel piemonte e non rompono i coglioni a nessuno. Fateci caso, giri giri ma un piemontese non lo becchi mai. Però la Fiat fa girare il paese, e Lapo e un precursore di tutte le mode, fa tendenza, chiedilo al governatore del Lazio.
Genova, tirchi, pesto, fiori e De Andrè, Lauzi, Grillo, Colombo, tutta gente che faceva meglio a starsene a casa come i piemontesi. Vedi De Andrè che l’hanno pure rapito, stava a Genova.
Bologna, ma che città generosa. Palermo come si mangia bene, però quanti mafiosi. Bari, boh, chi c’è mai stato a Bari. Calabrie, ignoranti e stanno 40 anni indietro…Bergamo, Brescia, Verona, razzisti e basta. Venezia truffatori manco a Napoli, gondole e carnevale. Modena veloci in Ferrari. Trentino-Alto Adige, quelli so più simili ai tedeschi.
Firenze, ah toscanacci, maledetti toscani! Cocacola con la cannuccia corta corta. Simpatici e un po’ sbruffoni, bestemmiatori e consumatori di bistecche.
Magari fosse questo il nostro Paese, alla fine il dramma è che siamo ben più meschini dei nostri stereotipi, magari davvero li incentivassimo con azioni i nostri stereotipi. Perlomeno sapremmo bene chi ci troviamo davanti quando parliamo, divideremmo in maniera razionale la produzione. Non so Milano che ama lavorare lavora solo. Napoli canta solo. Roma fa solo politica. Torino fa le macchine. Firenze porta la carne. Le Calabrie le canne. La Sicilia si occupa della difesa della nazione con le armi. Genova risparmia e ci mettiamo le banche.
Magari il nero accanto a me il tritolo lo ha per davvero…bum e giù duro di unità nazionale. Io ai funerali di stato e all’applauso commosso alla bara ci tengo. Magari se date a mia madre pure la pensione…
categoria: Tag:italia
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Commenti
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#2
11 novembre 2009
potrei risponderti con un altro stereotipo:"maledetti extracomunitari che ci rubano il lavoro".
Commento di Sanfedista — 11 novembre 2009 il 19:11
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In Calabria ormai di erba ce n’è poca.. arriva tutto dalla Colombia! dovresti trovare un altro stereotipo…. 😛
Commento di p3rp3tu4 — 11 novembre 2009 il 17:00