Perchè l’Italia continua a deludermi: sparare sulla Freccia Rossa è come sparare sulla Croce Rossa

scritto da Sanfedista il 9 gennaio 2009,15:50

Io credo che l’Italia abbia ancora molta strada da percorrere e se lo fa sui binari allora il ritardo è garantito.

Le FFSS, ora Trenitalia (sic), hanno pomposamente lanciato a dicembre la Freccia Rossa, il nome, un prodigio del marketing, rimanda al concetto di velocità e di Italianità e non sarebbe neppure male se in realtà il servizio offerto non fosse così avvilente.

Innanzitutto, sono praticamente scomparsi i vecchi Eurostar. Con il risultato che per andare da Napoli a Roma sei costretto a sborsare 36 euro per l’Alta Velocità oppure affidarti all’improponibile Intercity. Su Napoli, inoltre, in futuro l’AV partirà dalla stazione di Afragola, con il geniale risultato che il tempo che avrò risparmiato prendendo l’Alta Velocità l’avrò perso arrivando da Napoli ad Afragola. Evviva!

I treni poi, le futuristiche Freccie Rosse, sono semplicemente i vecchi ETR 500 con una bella pennellata di Rosso, tipo slitta di Babbo Natale. Anche qui mi sorge un dubbio. Gli ETR 500 sono stati progettati tra il 1983 ed il 1985, ventidue anni fa, ma si dice che solo ora possono essere proficuamente impegnati, perchè possono raggiungere le velocità per le quali sono stati progettati. Allora o c’è stato uno spreco iniziale da parte delle ferrovie, i primi modelli di etr sono stati comprati nell’85, pagando treni che non servivano e facendoci trovare ora treni utilizzabili ma usurati, oppure erano utili pure prima ed allora non si coglie l’innovazione della Freccia Rossa, delle due una…

Divertente poi la confusione che si è venuta a creare con il fioccare di nuove tipologie di treni, ad oggi se io devo prendere un biglietto devo riuscire a districarmi tra le seguenti offerte:

  • Treno Eurostar Italia Alta Velocità Fast (AVfast)
  • Treno Eurostar Italia Alta Velocità (AV)
  • Treno Eurostar Italia Fast (ES*fast)
  • Treno Eurostar Italia (ES*)
  • Treno Eurostar City Italia(ES City)
  • Treno Cisalpino (Cis)
  • Treno EuroCity (ingloba anche CiS) (EC)
  • Treno EuroNight (EuroNotte) (EN)
  • Treno InterCity Plus (ICplus)
  • Treno InterCity (IC)
  • Treno InterCity Notte (ICN)
  • Treno Espresso (EXP)
  • Treno Regionale (R)
  • Treno Suburbano (solo nel nodo di Milano)
  • Treno Metropolitano (M)

Credo che sarebbe necessario razionalizzare un po’…

Se si pensa poi che nel 1992 già un Etr450 (Pendolino della prima generazione) assicurava il collegamento Roma-Milano non-stop in 3h58′ (ora l’AV fermando a Bologna in 3h59′) e che addirittura nel 1939, sulla “vecchia” linea, l’Etr212 aveva percorso la tratta Milano-Bologna in 1h17′ (oggi percorsa dall’AV in 1h5′)   ci accorgiamo che forse l’innovazione non è stata poi così clamorosa, se aggiungiamo che i costi di realizzazione al Km sono stati i più alti d’europa il resto viene da se…

Non mi soffermo sui ritardi che la nuova AV già accumula e sulle pessime condizioni dei bagni, dell’aria condizionata e non ultimo della sicurezza a bordo. Sarebbe come sparare sulla Croce Rossa, o meglio sulla Freccia Rossa.

Allego il succulento comunicato del 20 luglio 1939 spedito dall’allora Direttore Generale di FS, l’ing.Velani, per comunicare al Duce la notizia del primato sulla tratta Milano-Firenze in 1h55′ (oggi addirittura 2h10′): “Duce, Roma ….le ferrovie obbediscono ai vostri comandamenti con fede e contro qualsiasi difficoltà!” W La freccia Nera…

Amo i pregiudizi. Il disprezzo per alcuni extracomunitari.

scritto da Sanfedista il 8 gennaio 2009,19:38

Bla Bla Bla, si tuona al "basta coi pregiudizi" e gli emigranti diventano poeticamente migranti come i rondoni o le cicogne. Li vedo che si stagliano all’orizzonte e spiegate le ali elegantemente volano verso le coste italiane…dall’est magari, o dal maghreb ancora meglio…ad avere più cacciatori…

Rumeni, ucraini, russi, albanesi ed il rimanente fecciume nordafricano rappresentano -statistiche alla mano- il 14% degli omicidi italiani, badate non degli omicidi commessi da stranieri ma di tutti quelli commessi sul territorio Patrio. Se poi circostriviamo la statistica ai soli omicidi commessi dagli stranieri notiamo che il 60% degli omicidi (non dei reati) commessi da cittadini stranieri è ad opera di sole 4 nazionalità, nell’ordine: Romania, Marocco, Albania e Tunisia.

Mi si può dire che sono gli stranieri più numerosi quindi quelli che statisticamente possono commetteri più delitti. In realtà sì, ma la statistica non è confermata dal fatto che alcuni gruppi pur numerosi, vedi Sri Lankesi, Brasiliani, FIlippini semplicemente non rientrano nella statistica degli omicidi. Come mai?

Io ho un collaboratore di Colombo, Sri Lanka, si sveglia la mattina alle ore 5.30 e lavora fino alle 19. La domenica mi chiede se riesco a trovare qualcuno che abbia bisogno di ripitturare casa. Suda, lavora, mette da parte e fa studiare i figli. Non delinque e come lui nemmeno i suoi connazionali.

Stesso discorso per una conoscente sudamericana, che vedova ha deciso di raddoppiare le ore di lavoro per mantenere i figli al liceo.

Poi ho a che fare con gli Estini: villani, ubriaconi e soprattutto criminali.

Mi do ai luoghi comuni perchè in questo caso i luoghi comuni ci beccano, perchè in questo caso il luogo comune è retto sulle spalle delle statistiche che come telamoni (per l’inclita vedi foto) reggono l’intero pensiero diffuso.

Per questo alle volte amo i luoghi comuni, perchè sono una scorciatoia per gustificare una sensazione comunque valida se vagliata dalla fredda statistica. Prima di demonizzare, quindi, i luoghi comuni attenzione a vagliarli bene, possono essere veritieri. Si finirebbe a demonizzare i luoghi comuni utilizzando altri luoghi comuni. E noi abbiamo il dovere di verificare prima di parlare, altrimenti saremmo poco più che indottrinati automi.

Ribadisco e concludo, se ci pensate pure dire che i luoghi comuni sono da evitare è un luogo comune…no?

I telamoni di Palazzo Davia Bargellini a Bologna.

frase del giorno

scritto da Sanfedista il ,00:48

La vita è organizzata sui seguenti principi:

  1. Non puoi vincere
  2. Non puoi pareggiare
  3. Non puoi nemmeno abbandonare

Invece:

  1. Il capitalismo è basato sul presupposto che si possa vincere.
  2. Il socialismo è basato sul presupposto che si possa pareggiare.
  3. Il misticismo è basato sul presupposto che si possa abbandonare.

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Mr. Livingston I presume?

scritto da Sanfedista il 7 gennaio 2009,21:35

…ad oltranza ad oltranza ad oltranza ad oltranza ad oltranza ad oltranza ad oltranza ad oltranza ad oltranza ad oltranza ad oltranza ad oltranza ad oltranza ad oltranza ad oltranza ad oltranza ad oltranza ad oltranza ad oltranza ad oltranza ad oltranza ad oltranza ad oltranza ad oltranza ad oltranza ad oltranza ad oltranza ad oltranza ad oltranza ad oltranza ad oltranza ad oltranza ad oltranza ad oltranza ad oltranza ad oltranza ad oltranza ad oltranza ad oltranza ad oltranza ad oltranza ad oltranza ad oltranza ad oltranza ad oltranza ad oltranza ad oltranza ad oltranza ad oltranza ad oltranza ad oltranza ad oltranza ad oltranza ad oltranza ad oltranza ad oltranza ad oltranza ad oltranza ad oltranza ad oltranza ad oltranza ad oltranza ad oltranza ad oltranza ad oltranza ad oltranza ad oltranza ad oltranza ad oltranza ad oltranza ad oltranza ad oltranza ad oltranza ad oltranza ad oltranza ad oltranza ad oltranza ad oltranza ad oltranza ad oltranza ad oltranza ad oltranza ad oltranza ad oltranza ad oltranza ad oltranza ad oltranza ad oltranza ad oltranza ad oltranza ad oltranza ad oltranza ad oltranza ad oltranza ad oltranza ad oltranza ad oltranza ad oltranza ad oltranza ad oltranza ad oltranza ad oltranza ad oltranza ad oltranza ad oltranza ad oltranza ad oltranza ad oltranza ad oltranza ad oltranza ad oltranza ad oltranza ad oltranza ad oltranza ad oltranza ad oltranza ad oltranza ad oltranza ad oltranza ad oltranza ad oltranza ad oltranza ad oltranza ad oltranza ad oltranza ad oltranza ad oltranza ad oltranza ad oltranza ad oltranza ad oltranza ad oltranza ad oltranza ad oltranza ad oltranza ad oltranza ad oltranza ad oltranza ad oltranza ad oltranza ad oltranza ad oltranza ad oltranza ad oltranza ad oltranza ad oltranza ad oltranza ad oltranza ad oltranza ad oltranza ad oltranza ad oltranza ad oltranza ad oltranza ad oltranza ad oltranza ad oltranza ad oltranza ad oltranza ad oltranza ad oltranza ad oltranza ad oltranza ad oltranza ad oltranza ad oltranza ad oltranza ad oltranza ad oltranza ad oltranza ad oltranza ad oltranza ad oltranza ad oltranza ad oltranza ad oltranza ad oltranza ad oltranza ad oltranza ad oltranza ad oltranza ad oltranza ad oltranza ad oltranza ad oltranza ad oltranza ad oltranza ad oltranza ad oltranza ad oltranza ad oltranza ad oltranza ad oltranza ad oltranza ad oltranza ad oltranza ad oltranza ad oltranza ad oltranza ad oltranza ad oltranza ad oltranza ad oltranza ad oltranza ad oltranza ad oltranza ad oltranza ad oltranza ad oltranza ad oltranza ad oltranza ad oltranza ad oltranza ad oltranza ad oltranza ad oltranza ad oltranza ad oltranza ad oltranza ad oltranza ad oltranza ad oltranza ad oltranza ad oltranza ad oltranza ad oltranza ad oltranza ad oltranza ad oltranza ad oltranza ad oltranza ad oltranza ad oltranza ad oltranza ad oltranza ad oltranza ad oltranza ad oltranza ad oltranza ad oltranza ad oltranza ad oltranza ad oltranza ad oltranza ad oltranza ad oltranza ad oltranza ad oltranza ad oltranza ad oltranza ad oltranza ad oltranza ad oltranza ad oltranza ad oltranza ad oltranza…

Non v’è divertimento alcuno a cedere; perchè vincere se puoi perdere cagionando più danni, insolentendo, magari?

Scusatemi un secondo: "Mr. Livingston I presume?"

Ora ho un evidente impegno, con voi ci rivediamo dopo.

Lo specchio Magico.

scritto da Sanfedista il 6 gennaio 2009,17:37

Lo specchio magico di Stilly io non lo ho. La ricordate Stilly? Era un cartone con una di quelle sigle con quei testi pieni di paroline dolci, magari si rischiava pure di imparare un costrutto lessicale un po’più complesso di quello che ci propone il testo dei cartoni moderni.

Ditemi che non è vero, ho usato la parola "moderno"! Si vede che il Sanfedista sta iniziando ad essere un vero reazionario.

Tornando allo specchio magico -le valutazioni anagrafiche sono da bandire (secondo voi quanti anni ho?)- vorrei averne uno, non lo utilizzerei mai, chiariamo, lo donerei in modo da permettere alla persona omaggiata di poter guardare realmente dentro gli individui, così da trascorrere notti più serene e magari di farle trascorrere parimenti serene anche agli altri.

                                                                       

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Ruvidezze, come sono.

scritto da Sanfedista il 4 gennaio 2009,16:54

In realtà potrei forse essere un reazionario clericale, forse sono un po’categorico, alle volte avventato. Tiro tardi, mi piace compiacermi delle situazioni malinconiche che vivo, edonista di sicuro, provocatore quando ne ho l’energia, altrimenti conformista per pigrizia. Riesco a fare sempre tre passi indietro, però, per guardare il mondo da prospettive diverse, cerco sempre di comprendere profondamente gli altri e indulgo su me stesso quando è necessario.

In amore non so, credo di dare molto, penso che quando sono innamorato lo sono così tanto da apparire tollerante fino all’indifferenza.  Tollero perchè amo e credo che solo con la libertà più ampia si possa compiere una scelta vincolante.

E’ come trovare le chiavi della prigione, entrare e dare doppia mandata; questo è l’amore per me.

Sono curioso, cerco sempre buone letture, ma non disdegno quelle mediocri, leggo dai significati delle bandiere del mondo ai romanzi di Saul Bellow o John Dos Passos.

Amo nelle canzoni alcune piccole parti, mi innamoro di alcune sfaccettature, magari anche dell’intonazione di una sola nota, tendo a riascoltarle anche per un pomeriggio intero.

Pigro al punto di stancarmi nel vedere gli altri affaccendati.

Disperato cultore di aforismi, del Napoli Calcio, di Napoli, della mia donna, che è la mia musa innanzitutto.

La velocità mi rilassa, credo che più si accelera e più il confine tra lo scopo ed il mezzo si sublimi, fino a cristallizarsi in un attimo di assoluto in cui la velocità è sinonimo di onnipotenza divina, diventa la capacità di dominare il tempo, di gustarlo.

Così anche la lentezza. Raramente indosso orologi, il mio rapporto col tempo è una comunione forzata, mi ammansisco alle lancette solo quando non potrei fare altrimenti. Ma è sempre un tempo imposto dall’esterno, o per motivi di lavoro o per armonica convivenza con un altro essere umano. Fosse per me il tempo sarebbe solo  una frusta, o uno scrigno di dolciumi da cui trarre ricordi per bearsi. Passati dolori o trascorse gioie hanno lo stesso gusto perchè me ne servo quando ne ho bisogno. Li scelgo attentamente.

Vivo con energia per riempire il serbatoio di rimembranze e per poter fantasticare sul futuro, di cui non parlo mai qui, perchè il sogno nel futuro è la sola cosa davvero personale che abbiamo, il presente ed il passato per quanto celato sono comunque di dominio abbastanza pubblico, già il fatto che li abbia già affrontati li degrada a porzioni di vita minori.

Mi si dice che non si riesce mai a possedermi nella mia totalità, c’è sempre una scheggia che sfugge e non fa tornare i conti. Lo vivo come un insulto che qualifica chi lo fa. Credo che per contenere una persona più che prenderne il passato bisogna rubarne un po’ di futuro, perchè solo sul futuro si può avere un dominio, quindi è condividendo i progetti per l’avvenire che l’armonia si compie, il passato di ognuno è di mole così ampia che nessuno mai potrà spiegare tutti i sassi che hanno composto la strada.

Sto imparando molto in questo spazio della mia vita e lo devo anche a chi mi sta intorno ed a chi mi ama. Riconosco sempre i meriti di chi mi circonda. Ed ora chi ho accanto ha meriti enormi. Vive con la lievezza di un raggio di luna, trema ed ha la fragilità del cristallo, ha occhi che balenano e una parte scura nella quale rifugiarsi. Sa sempre dove è nascosto il segreto della vita e delle cose che la compongono, è schietta e volenterosa nell’affrontare i giorni. E’ legata a me perlomeno quanto io sono legato a lei. E più le nostre visioni si allontanano più i nodi che ci legano si stringono; mi dimentico spesso se quello che pronuncia sia stato io a trasmetterglielo oppure mi suona familiare perchè è stato lei ad insegnarmelo.

Ruvidezze che danno spessore ad un’esistenza tra tante, ma unica come tutte.

Rileggo ed il presupposto del titolo che recitava egotico "Come sono", andrebbe mutato in "Amore ti spiego un po’ come sono", ma non lo cambierò, perchè tu tanto lo sai già…ruvidezze…