Saigon.
Saigon (stella del sud) ore 00.47
Il caldo si fa miele e le zanzare volano come neanche i DC9 al JFK di New York il 23 dicembre. Di notte charlie non dorme mai e quando lo fa ci sono gli uccelli che mi tengono sveglio. La finestra non è certo una salvezza ma uno spiraglio su di un caldo più denso. Nella notte le luci della città balenano come navi in fiamme. (eheh)
Ammesso e non concesso che i bagni si lavino da soli, vogliamo perlomeno comprare i prodotti per aiutarli?
Esco tutte le maledette sere. Beh non proprio tutte, ma la maggior parte. Conosco gente e più di una volta mi rimbomba nella mente l’incipit di Acqua Azzurra. Me la rido e tiro dritto. La polimorfa conformazione di persone che mi circondano e che a vario titolo mi frequentano si avvicina più ad un "opera buffa" che al simposio di Atene. Sarà che il caldo rende Saigon ancora più pungente ma se non ci fosse un po’ di sano mr.alcool -magari cosmo, magari jack- a smussare le punte delle mie matite, sul foglio ci sarebbero strappi e non parole. La sobrietà vien col vino.
Appena posso me ne vado di qui, il centro si paga a caro prezzo morale; la compagnia a Saigon è più preziosa del posto. Domani si vedrà.
Intanto già la sera schiara e la mia notte, mai spenta, s’allarma un po’ meno; tra un po’ tutto riprende per l’ennesima volta (siamo solo agli inizi) ma sono sicuro che questa città me la faccio, me la faccio come si fa con quelle che te la danno e poi scoprono che il sesso è cosa diversa da quella che avevano fatto fino a quel momento, quelle che poi non sanno se vergognarsi o ridere. Donne, come sempre.
Un carrarmato e un po’ di storpiato caffè rimetteranno in sesto in nostro attacco. C’è da giurarci.
Chiudo con un comunicato:
La società delle rose rosse terrà la sua consueta riunione nel posto 3. Valgrand non sarà presente e gli altri sono da ora informati.